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Gioielli, gruppo Richline ad Arezzo per acquisti made in Italy

23 ottobre 2015 | 15.18
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Foto Infophoto
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I gioielli italiani sono sempre più appetibili sul mercato statunitense, prova ne è la missione del Gruppo Richline di New York che da domani al 27 ottobre sbarca ad Arezzo con l'intenzione di acquistare, direttamente dagli orafi italiani preziosi monili dal design accattivante. L’ iniziativa rientra nell'ambito del Piano Speciale Usa a favore del settore Gioielleria, voluto dal ministero dello Sviluppo Economico e che annovera nel 2015 accordi con Neiman Marcus e altri importanti nomi della Grande Distribuzione Americana. Le manifestazioni, tuttora in corso, hanno portato i gioielli italiani in vendita in 25 Stati con più di 120 negozi specializzati e 80 aziende coinvolte. Il Richline Group di New York, importatore di gioielli da più di 20 anni, società del Gruppo Berkshire Hathaway, ha recentemente costituito una divisione “Gioielleria Italiana”.

L’iniziativa di Arezzo è realizzata dall’Ice Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in stretta collaborazione con l’associazione Federorafi. Alla missione aretina prendono parte anche due importanti retailer, Piercing Pagoda e Zales, coinvolti dal Gruppo Richline, con oltre 700 punti vendita, che incontreranno in questi quattro giorni le 51 aziende italiane (sulle 108 che avevano aderito all’iniziativa) selezionate sulla base dell'interesse espresso per la tipologia di produzione dal gruppo statunitense.

“Il mercato americano della gioielleria - ha sottolineato il presidente dell’Agenzia Ice, Riccardo Monti - è stato, insieme a quello dei materiali da costruzione, il più colpito dalla crisi finanziaria del 2007 ed ha rischiato quasi l’estinzione con poco più di 90 milioni di Usd di vendite, contro una media di 700 milioni di Usd degli anni precedenti".

"Segnali di ripresa – ha proseguito Monti – si sono avuti nel 2012, poi nel 2013 attestandosi di nuovo a 700 milioni di Usd, per giungere nel 2014 a circa 1 miliardo di Usd; sulla base dei dati rilevati nei primi 8 mesi del 2015 possiamo dire che quest’anno stiamo andando verso il raddoppio delle nostre vendite”. “Questa operazione rivolta alla distribuzione Usa – ha ricordato la presidente di Federorafi, Ivana Ciabatti - è stata fortemente voluta dal vice ministro Calenda ed è tra le più importanti mai realizzate per la gioielleria. Sono state utilizzate oltretutto nuove modalità di approccio e di comunicazione messe a punto con la piena e competente collaborazione degli uffici dell’Agenzia Ice preposti al nostro settore negli Usa ed in Italia".

"Visto l’elevato numero di adesioni – ha proseguito Ciabatti - ritengo che sia stato già raggiunto l’obiettivo di riuscire a coinvolgere un sempre maggior numero di imprese, soprattutto pmi, non ancora presenti o consolidate sul mercato Usa. I segnali di risveglio degli Stati Uniti che, prima della crisi, sono stati la principale destinazione dell’export del prezioso italiano, sono molto incoraggianti e rafforzano le azioni in programma che potrebbero mettere il turbo se, come tutti ci auguriamo, verrà firmato l’accordo di libero scambio Ttip tra Ue e Usa”.

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