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Niel sale al 15,14% in Telecom, in campo Governo e Antitrust

30 ottobre 2015 | 19.43
LETTURA: 4 minuti

Il ministro dell'economia francese Macron e Niel. AFP PHOTO ERIC PIERMONT - AFP
Il ministro dell'economia francese Macron e Niel. AFP PHOTO ERIC PIERMONT - AFP

Qualsiasi cambiamento dell'azionariato di Telecom Italia risponda a criteri di "rafforzamento industriale" della società ritenuta strategica. E' quello che Palazzo Chigi ritiene sia nell'interesse del paese secondo quanto afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti , nella prima presa di posizione pubblica del governo dopo la notizia dell'ingresso nel gruppo telefonico dell'imprenditore francese Xavier Niel che, secondo quanto emerge nell'ultimo aggiornamento Consob, arriva potenzialmente al 15,14% del capitale del gruppo di tlc.

Non solo: il premier Matteo Renzi oggi ha fatto il punto sulla vicenda Telecom Italia in una riunione a palazzo Chigi con il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, il sottosegretario alla presidenza Claudio De Vincenti e, telefonicamente, con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. In campo anche l'Antitrust. L'Autorità chiede lumi sull'ingresso dell'imprenditore francese sia all'azienda che allo stesso fondatore di Iliad. In particolare gli uomini di Pitruzzella vogliono sapere chi ha partecipazioni superiori al 2%; conoscere i verbali delle assemblee degli ultimi tre anni; sapere se ci sono eventuali patti parasociali. Questo per accertare chi oggi detiene il controllo della società ai fini del rispetto della concorrenza.

Ieri si è arrivata la notizia dell'acquisizione del fondatore di Iliad di derivati e opzioni per l'11,2% di Telecom, di oggi la notizia dell'aumento al 15,4%. Una quota con cui Niel è nel capitale della società italiana subito dopo l'altro gruppo francese, Vivendi, che è il primo azionista di Telecom con una quota del 20,3%.

Molti interrogativi circolano in queste ore sul possibile legame di Niel con Vivendi, la società francese che è il primo investitore di Telecom Italia, anche se appare improbabile, vista la storia dei due imprenditori, che Niel possa muoversi d'intesa con il presidente del Consiglio di sorveglianza di Vivendi, Vincent Bollore'. In ogni caso la Consob ha acceso un faro perché se fossero provati legami tra i due gruppi scatterebbe l'obbligo di Opa: nel caso di Telecom la soglia per l'offerta pubblica è al 25%. Tuttavia, fonti finanziarie interpellate dall'Adnkronos definiscono quello di Niel un investimento con una valenza industriale, più che un'operazione puramente finanziaria. Il self-made man francese è un vero esperto del settore tlc. Non solo ha lanciato l'operatore mobile low cost 'Free' ma ha anche recentemente preso il controllo di Monaco Telecom e ha sborsato 2,3 miliardi di euro per acquistare Orange Suisse. Nel settore Niel ha quindi un vero know how da far valere.

Guardando in prospettiva secondo alcuni analisti occorre tenere gli occhi aperti sulle mosse di Orange, l'ex monopolista pubblico francese, perché la partita su Telecom, dicono, non è finita qui. Gli esperti ragionano infatti soprattutto sul futuro consolidamento del settore in Europa. Oggi la nuova mossa del finanziere francese, primo azionista Iliad, salito potenzialmente al 15,143% dell'incumbent, ha portato nuovamente il titolo in testa al paniere principale della Borsa di Milano.

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