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Avviata la procedura di privatizzazione di Fs, Delrio: "Non sarà oltre il 40%"

23 novembre 2015 | 11.45
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 (Infophoto) - PRISMA
(Infophoto) - PRISMA

Cantieri aperti per la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato Italiane mentre, intanto, i riflettori si puntano sul ventilato cambio della guardia, dato per imminente, ai vertici del gruppo. Dopo l'ipo di Poste Italiane entra nel vivo l'altra grande dismissione prevista dall'agenda del Governo. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, in esame preliminare, lo schema di Dpcm che prevede la quotazione in borsa del 40% del capitale nel corso del 2016, compatibilmente con le condizioni di mercato.

Un percorso che, come ha indicato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio al termine della riunione del Cdm, dovrà rispettare alcuni 'paletti', a cominciare dalla piena maggioranza che dovrà rimanere in mano pubblica così come pubblica sarà la proprietà dell'infrastruttura ferroviaria. Inoltre, dovranno essere garantiti l'indipendenza del gestore e gli obblighi di servizio pubblico.

Lo schema di Dpcm, predisposto dall'azionista Tesoro di concerto con il ministero dello Sviluppo Economico e che ora verrà inviato alle Commissioni parlamentari competenti per acquisirne i pareri previsti, regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione nella società non superiore al 40%. La cessione, che potrà essere effettuata anche in più fasi, dovrà realizzarsi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, e a investitori istituzionali italiani e internazionali, e quotazione sul mercato azionario. Lo schema di decreto, inoltre, prevede che, per favorirne la partecipazione all’offerta, potranno essere previste per i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti) e di prezzo (ad esempio, come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto) o di modalità di finanziamento.

Come ha spiegato Delrio, ora verranno definite compiutamente le modalità dell'operazione. In particolare, "se si quoterà Trenitalia o Trenitalia più una quota di Rfi scorporata, questo sarà il lavoro delle prossime settimane", ha detto sottolineando anche che sul nodo dell'"indipendenza del gestore si è aperta una discussione". "Si è aperto un percorso - ha aggiunto - che, volendolo riassumere con uno slogan, riguarda essenzialmente i servizi di mercato". "Si avvia così formalmente - si sottolinea nel comunicato finale di Palazzo Chigi - il processo orientato alla cessione parziale delle Ferrovie dello Stato, parte del piano di privatizzazioni del Governo che ha recentemente portato in Borsa Poste Italiane e prevede anche la quotazione di Enav per la prima metà del 2016. La privatizzazione di FS è prevista nel corso 2016, compatibilmente con le condizioni del mercato". E, "come nel caso di Poste Italiane, il processo di parziale privatizzazione sarà l'occasione per una riforma strutturale del trasporto pubblico e migliori e più efficienti servizi per i cittadini. Fs ne risulterà rafforzata e potrà continuare con maggior vigore il processo di efficientamento ed espansione anche su mercati esteri".

Intanto, in questi giorni, si sono intensificate le voci che danno per imminente l'uscita dell'ad Michele Mario Elia e del presidente Marcello Messori. Non è un mistero la divergenza tra i due sul modello di privatizzazione delle Fs. Secondo alcuni rumors, Elia e Messori potrebbero presentare le proprie dimissioni in occasione del cda convocato per giovedì prossimo. In realtà, si fa notare, questo non è un passaggio necessario perché comunque sia Elia che Messori potrebbero rassegnare le proprie dimissioni con una lettera al consiglio di amministrazione. Circola ormai da mesi, già dall'estate scorsa quando poco prima di Ferragosto un altro tam tam dava per imminente l'uscita di Elia, il nome di Renato Mazzoncini, ad di Busitalia. Per la poltrona di presidente, avanza, invece, la candidatura di Simonetta Giordani, già sottosegretario al ministero dei Beni Culturali e consigliere di amministrazione di Fs spa da maggio 2014.

All'appuntamento della privatizzazione le Fs si presentano con risultati che il ministro Delrio ha definito "ottimi". Secondo anticipazioni di stampa, il preconsuntivo 2015, aggiornato la scorsa settimana, vede risultati di gestione in miglioramento, con un utile in crescita del 60% da 303 milioni a 500 milioni, con un progresso dei ricavi a 8,5 miliardi di euro. Ma, oltre ai dati gestionali in crescita, il 2015 vede anche anche un bilancio positivo in termini occupazionali. Infatti, a quanto apprende l'Adnkronos, sono state 1700 le assunzioni effettuate quest'anno dal gruppo. Di queste, 260 nel settore della manutenzione delle infrastrutture e altrettanti nella manutenzione del materiale rotabile. Per il personale viaggiante, sono stati assunti 460 capitreno; 150 i giovani laureati assunti, di cui 80 ingegneri.

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