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Giochi: Gonzalez (Codere), settore d'azzardo rischia di affondare

24 novembre 2015 | 16.34
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Giochi: Gonzalez (Codere), settore d'azzardo rischia di affondare

Il gioco d'azzardo in Italia è a rischio. Comparto da decine di miliardi l'anno, 84 nel 2014 con un gettito di quasi 8 mld all'erario, il settore soffre l'assenza di un quadro normativo valido per tutto il territorio, l'aumento dell'imposizione fiscale e degli oneri accessori quasi da accanimento sistematico che mettono un dubbio la permenenza, in Italia, anche di un colosso come Codere, la multinazionale quotata a Madrid che gestisce più di 53.000 terminali gioco, 180 sale e occupa più di 17.000 persone in vari paesi. Nel nostro paese è approdata con il Bingo nel 2000, ha fatto investimenti importanti ma che ora rischia di affondare .

"Negli ultimi anni -dice l'ad di Codere Italia Alejandro Pascual Gonzalez nel corso di un dibattito a Milano sulla tutela del gioco lecito e responsabile - l'inasprimento dell'esercizio della nostra attività collegate da una parte all'incremento delle tasse che stanno annullando la marginalità del nostro settore e il crescere di regole regionali e comunali che stanno creando l'espulsione del gioco legale dalle città, creano una situazione di incertezza e di criticità per futuro che si può concretizzare nell'espulsione del gioco legale con il rientro dell'attività illegale".

Tutta questa incertezza si traduce, per una multinazionale come Codere "nell'impossibilità di fare un business plain per i prossimi tre mesi. In Spagna -aggiunge il manager- faccio addirittura fatica a spiegare agli azionisti cosa accadrà a fine anno. Con la legge di stabilità, poi, c'è il rischio che il nostro settore affondi".

Accusato di favorire patologie, illegalità e criminalità, in realtà in Italia il gioco è ben monitorato da oltre dieci anni come sottolinea Armando Iaccarino, direttore dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, l'organo del Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano addetto alla gestione del gioco che controlla in media il 44% degli esercizi pubblici e il 60% degli apparecchi. Il territorio, insomma, è presidiato e con buoni frutti.

L'appello di Codere al bel paese, in conclusione, è quello di creare certezze normative. E presto. "Quello che noi chiediamo è che si faccia una riflessione serena su quella che è la realtà di questo settore prendendo in considerazione tutto quello che porta di buono con l'augurio di trovare la definizione di regole certe che ci consentano di restare in questo Paese e di rientrare di ingenti investimenti fatti nel passato".

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