Dal falso ragù al pesto taroccato, la quasi totalità dei sughi per condire la pasta, il 97%, oltre al 94% di sott'olio e sottaceti italiani vengono imitati sui mercati statunitense e canadese. Sono le percentuali "sconcertanti" dell'Italian sounding un fenomeno particolarmente diffuso nel Nord e Centro America. A seguire, i prodotti made in Italy più imitati sono i pomodori in scatola (76%) e i formaggi (15%). E' quanto viene evidenziato in occasione della campagna di promozione strategica del cibo 100% italiano in Usa e Canada, nell'ambito del piano straordinario made in Italy, messa a punto per combattere l'Italian sounding e per tutelare i consumatori stranieri.
A livello mondiale, il mercato della contraffazione alimentare insieme a quello dell'Italian sounding continuano a nutrire un giro di affari intorno ai 60 miliardi di euro (stime 2010), dei quali 54 miliardi riguardano le imitazioni e 6 miliardi la contraffazione vera e propria. Cifre che corrispondono alla quasi la metà dell'intero fatturato dell'industria alimentare italiana, 132 miliardi e a più di due volte il suo export, 27 miliardi di euro. Un fenomeno in grande espansione visto che dal 2001 al 2010 è aumentato del 180% e si calcola che oggi incida per il 25% sull'export complessivo del comparto.