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Ue: Commissione, Italia ancora sotto esame su produttività e debito

26 novembre 2015 | 16.47
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L'Italia resta sotto esame Ue per i suoi squilibri dal momento che l'analisi dei dati economici "evidenzia il nodo della bassa crescita della produttività che frena le prospettive di crescita e il miglioramento della competitività e che rende più difficile la riduzione del debito pubblico". Lo scrive la Commissione Europea in uno nuovo rapporto sugli squilibri che mette 'nel mirino' 18 paesi nel quadro di una analisi sulla crescita elaborata per il Semestre Europeo. "Pertanto - conclude l'analisi - la Commissione ritiene utile esaminare ulteriormente la persistenza di rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell'eliminazione degli squilibri eccessivi".

Nel rapporto la Commissione sottolinea come "devono procedere oppure essere aumentate quelle riforme strutturali che puntano a liberare potenziale di crescita, soprattutto in paesi sistemici come Italia e Francia: ciò non solo contribuirerebbe a rimuovere le strettoie che limitano la crescita ma aumenterebbe la fiducia sul fronte della sostenibilità degli squilibri fiscali" di tali membri Ue.

In generale, la nuova 'pagella' di Bruxelles sull'Italia pone l'accento sul fatto che diversi indicatori sono superiori alla soglia definita dalla Commissione "e in particolare la perdita di quote di export, il debito pubblico, la crescita della disoccupazione, sia quella giovanile che quella di lungo termine".

A livello comunitario la Commissione - nell'analisi annuale della crescita 2016 - osserva che le tre priorità economiche e sociali 'aggiornate' sono rilancio degli investimenti, proseguimento delle riforme strutturali e gestione responsabile delle finanze pubbliche. Sul fronte investimenti si ricorda che "il piano di investimenti per l'Europa proposto dalla Commissione un anno fa intendeva mobilitare almeno 315 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi nell'arco di tre anni e riportare gli investimenti ai livelli sostenibili precedenti alla crisi": alla luce del lavoro fatto, si sottolinea come "il piano dovrà essere sostenuto da sforzi a livello nazionale in quanto per il momento gli investimenti pubblici e privati sono ancora modesti". Quanto alle riforme strutturali per la Commissione "occorre un nuovo impegno" nel momento in cui "si sta passando dall'urgenza di risolvere la crisi alla necessità di creare solide basi per l'occupazione e la crescita": in particolare, "le politiche del mercato del lavoro devono puntare sia alla flessibilità che alla sicurezza".

Infine, sul fronte delle finanze pubbliche "si prevede che l'orientamento di bilancio per il 2015 e il 2016 sarà globalmente neutro, sia nella zona euro, sia nell'UE nel suo complesso: vi è tuttavia una differenza negli sforzi di bilancio che i singoli Stati membri devono attuare in base ai requisiti del patto di crescita e stabilità". La Commissione presenterà le sue conclusioni sugli esami approfonditi nell'ambito delle relazioni annuali per paese previste per febbraio 2016.

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