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Poletti insiste: "Salari più legati a obiettivi, non sono extraterrestre"

29 novembre 2015 | 12.04
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(Infophoto)
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"Se cambia il modo di lavorare può cambiare anche il modo di definire la retribuzione: mi sembra una cosa ovvia, non credo di aver detto cose da extraterrestre". Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista al Sole 24 Ore. "Io -spiega Poletti- ho parlato della necessità di pensare a un contratto che non abbia il riferimento orario come unico parametro" e "fare questa considerazione non può esser tradotto nella volontà di abolire ogni riferimento all'orario o di rottamare il contratto nazionale".

"Se non si vuol discutere ok -prosegue Poletti- ma non mi si possono attribuire valutazioni che non mi appartengono". Secondo il ministro, "dobbiamo ragionare di un lavoro organizzato più per obiettivi che per orario. Questo consente una maggiore flessibilità e più coerenza tra tempi di vita e di lavoro, non meno diritti, ma più responsabilità condivisa". Quindi assicura che "non esiste nessuna relazione automatica tra queste riflessioni e la discussione sulla riforma degli assetti contrattuali. Ribadisco che su questo il Governo ritiene importante che le parti sviluppino il loro confronto e che possano arrivare a un accordo", ma se questo accordo non arriverà "in tempi ragionevoli", si "valuterà cosa fare". Su questo punto Poletti ribadisce che va promossa "la contrattazione vicina all'azienda" senza "prescindere da un ruolo importante del contrattato nazionale".

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