Dopo una lunga attesa e un vivace dibattito, lo yuan è stato 'promosso' dal Fondo Monetario Internazionale che ha deciso di includere dall'ottobre 2016 la moneta cinese nel Special Drawing Rights, il paniere di valute di riserva utilizzato per definire gli interventi dello stesso Fmi e le riserve dei singoli paesi. Lo yuan, o renminbi, entra così in un club esclusivo che includeva fino ad oggi solo il dollaro Usa, l'euro, lo yen giapponese e la sterlina inglese: una promozione che sancisce il crescente status di Pechino sulla scena economica globale ma che è stata ottenuta solo previo il rispetto di alcune norme sulla circolazione e sulla integrazione della valuta cinese.
Peraltro nella definizione del paniere - il cui valore è più stabile rispetto a ognuna delle cinque valute che lo compongono - il peso dello yuan sarà del 10,92%, una percentuale superiore a quella di yen (che scende dal 9,4 all'8,33%) e sterlina (scesa dall'11,3 all'8,09%). Ma se il peso del dollaro resterà pressoche' invariato (scendendo dal 41,9 al 41,73%) è forte il taglio all'euro, la cui presenza negli Sdr scenderà dal 37,4 al 30,93%.
L'apertura alla valuta cinese è stato salutato con soddisfazione dal direttore dell'Fmi Christine Lagarde, che ha ricordato come un rapporto del Fondo evidenzia che il renminbi "soddisfa i requisiti per essere una valuta 'liberamente utilizzabile'" sui mercati dei cambi e su quelli finanziari: l'ingresso del renminbi, ha aggiunto, "è una pietra miliare nell'integrazione dell'economia cinese nel sistema finanziario globale", una scelta che "riconosce i progressi" di Pechino nella riforma del proprio sistema finanziario e monetario.
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