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Fabiola Gianotti direttore Cern e materia oscura, 2016 pieno di novità

31 dicembre 2015 | 13.54
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L'esperimento Atlas del Cern
L'esperimento Atlas del Cern

Il 2016 sarà l'anno di nuovi passi per la scienza ed i ricercatori, un anno che potrebbe portare molte novità sul fronte delle scoperte e della conoscenza. Secondo Nature e Science potrebbe essere l’anno della materia oscura e delle onde gravitazionali, ma sarà anche l’anno dell’esplorazione di Marte e di Giove, riporta l'Isituto Nazionale di Astrofisica sul suo sito.

Si comincia con l’insediamento di Fabiola Gianotti, che dal primo gennaio entrerà in carica come direttore del Cern, e le particelle sfuggenti di materia oscura, la materia invisibile e misteriosa che occupa circa il 25% dell’universo, potrebbero essere generate dalle collisioni del più grande acceleratore del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, riattivato nel 2015 e che, segnala l'Inaf, lavorerà ad una energia decisamente più elevata.

A caccia di materia oscura ci sono anche il rivelatore Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), in funzione all’esterno della Stazione Spaziale, e la sonda cinese Dampe (Dark Matter Particle Explorer). Ancora la fisica è ai primi posti nelle attese per il 2016: sia Nature che Science indicano la possibilità di poter vedere le onde gravitazionali, ossia le vibrazioni dello spazio-tempo provocate da eventi drammatici, come l’esplosione di supernovae, collisioni di buchi neri o il Big Bang.

L’Europa dello spazio, evidenzia l'Inaf, aspetta la primavera, con il lancio della missione ExoMars, destinata nel 2016 a dimostrare la sua capacità di far atterrare un rover sul pianeta rosso e, nel 2018, a perforare il suolo marziano fino alla profondità di due metri. Sempre in tema di spazio, molto ci si attende dalla missione della Nasa Juno, lanciata nel 2011 il suo arrivo nel sistema gioviano è previsto per la metà del 2016.

Il prossimo anno, inoltre, inizierà la costruzione di quello che sarà il più grande telescopio del mondo, l’E-Elt, telescopio ottico con 'vista' italiana. "Infatti concluse le opere di urbanizzazione, inizia la fase realizzativa del telescopio vero e proprio che dovrebbe avere la sua prima luce nel 2024" rimarca l'Istituto Nazionale di Astrofisica.

Al via anche la costruzione del Cherenkov Array Telescope Sud. L’osservatorio Cta sarà costituito da una batteria di telescopi destinati a studiare le sorgenti celesti di radiazione gamma e, una volta realizzato, sarà il più potente e sensibile osservatorio per i raggi gamma mai costruito. Cta, conclude l'Inaf, sarà composto da circa 100 telescopi nell’emisfero Sud e circa 20 telescopi nell’emisfero Nord.

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