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Via libera del Senato, decreto Ilva è legge. Lavoratori in protesta a Genova

27 gennaio 2016 | 08.02
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Stabilimento Ilva di Cornigliano (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Stabilimento Ilva di Cornigliano (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

L'aula del Senato ha approvato il decreto sull'Ilva con 157 voti a favore, 95 no e tre astenuti. Il provvedimento, ora diventato legge, interviene sulla procedura di cessione dei complessi aziendali di Ilva in amministrazione straordinaria, fissando al 30 giugno 2016 il termine entro il quale i commissari del gruppo debbono espletare le procedure per il trasferimento.

Viene stabilità l'erogazione in favore dell'amministrazione straordinaria del gruppo, pari a 300 milioni di euro, che l'aggiudicatario dei beni aziendali provvederà a restituire allo Stato.

I commissari straordinari sono inoltre autorizzati a contrarre finanziamenti statali per 800 milioni di euro, per realizzazione il piano, le misure e le attività di natura ambientale e sanitaria. Le somme che, in seguito alla sentenza definitiva dei procedimenti penali, saranno confiscate e versate (fino alla concorrenza dell'importo di 800 milioni di euro) all'entrata del bilancio dello Stato - a titolo di restituzione del prestito statale.

Per i lavoratori dello stabilimento Ilva di Genova Cornigliano, inseriti in contratti di solidarietà difensivi prima dell'entrata in vigore del Jobs act, si continuerà ad applicare, fino al 30 settembre 2016 e nel limite di spesa di 1,7 milioni di euro, l'incremento del trattamento di integrazione salariale del 10% della retribuzione persa, a seguito della riduzione dell'orario di lavoro. Il lavoro dei dipendenti della stessa struttura potrà essere assicurato anche mediante il ricorso all'istituto del lavoro socialmente utile. Viene fissato infine al 30 giugno 2017 il termine ultimo per l'attuazione del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria.

E proprio Genova anche oggi è a rischio caos per la protesta dei lavoratori Ilva aderenti a Fiom Cgil per il terzo giorno in corteo per chiedere la presenza di un ministro al tavolo di confronto su Cornigliano previsto il prossimo 4 febbraio.

Con gli operai dell'Ilva manifestano gli altri metalmeccanici della Cgil, non invece Fim e Uilm. "Anche se la città è bloccata da due giorni - ha spiegato il segretario della Fiom Cgil di Genova, Bruno Manganaro - c'è un silenzio assordante, la politica continua a parlare d'altro". Ma "saremo tutti in strada per difendere l'Ilva, un pezzo importante dell'industria genovese".

Da parte dell'azienda si fa sapere che "lo sciopero e le manifestazioni organizzate dalla Fiom presso lo stabilimento Ilva di Genova negli ultimi tre giorni stanno generando danni reputazionali oltre che di fatturato per il gruppo"

"La temporanea interruzione delle attività della fabbrica, infatti, oltre a compromettere la reputazione di Ilva, in particolare verso i clienti internazionali con cui negli ultimi mesi sono stati siglati importanti contratti di fornitura, sta causando perdite finanziarie, stimate in circa 6 milioni di euro per le tre giornate di fermo della fabbrica".

Queste perdite di fatturato ad oggi, rileva ancora il gruppo Ilva, "corrispondono all'ammontare delle risorse finanziarie necessarie per gli investimenti sulla linea 4 di zincatura del sito industriale di Genova, sui quali, alla luce dei fatti accaduti in queste ore, l'azienda valuterà come procedere".

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