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Fisco, C.Conti: "Agevolazioni salite a 799, bruciano 313 mld di gettito"

22 marzo 2016 | 12.50
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La Corte dei Conti stima oggi "una significativa dilatazione" delle agevolazioni fiscali "sia nel numero, 799, sia nella perdita di entrate che ne deriva, 313 mld". Lo rileva la magistratura contabile in una stima aggiornata contenuta nel rapporto sul coordinamento della finanza pubblica, ricordando che nel 2011 le tax expenditure erano 720 per un "vuoto di gettito di 254 mld". Per la Corte, infatti, "il fenomeno delle agevolazioni si estende a tutto il sistema tributario". E le nuove stime pongono l'Italia "al secondo posto nella graduatoria internazionale sul livello di erosione", si legge nel rapporto della magistratura contabile.

Altro tema rilevante, il carico fiscale sul lavoro. L'Italia "risulta al secondo posto quanto al prelievo gravante sui redditi da lavoro, con il 42,8% quasi otto punti oltre la media europea". Inoltre l'Italia risulta "al terzo posto" per il prelievo sui "redditi d'impresa, circa il 26% ossia ben oltre il 50% della media Ue"; al 22° posto per il prelievo sui consumi (con il 17,7%, quasi 4 punti in meno rispetto alla media europea e al quarto posto sia per il prelievo sugli immobili che sull'energia.

Quanto al quadro generale, "l'economia italiana sembra uscita dalla fase recessiva" ma la ripresa è "ancora debole" e "può trovare difficoltà a consolidarsi, anche per la sua caratteristica ciclica rispetto ai principali paesi partner". Quindi, "incertezze gravano sugli andamenti del 2016" per il rallentamento degli scambi internazionali e le turbolenze sui mercati, si legge nel documento.

E, in caso di crescita più bassa del previsto, sarebbero evidenti le ripercussioni sui conti pubblici. Le previsioni del documento programmatico di bilancio, ricorda la Corte, "scontano un'accelerazione della crescita nominale (oltre che un programma di privatizzazioni per 1,5 punti di pil nel triennio 2015-18) che se non confermate, comporterebbero un rapporto debito -pil superiore a quello del benchmark".

A stretto giro, la replica del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "L'equilibrio tra lo stimolo alla crescita economica attraverso la ricomposizione delle voci di spesa e di entrata e la contestuale e complessiva riduzione del deficit è una difficile ma ineludibile", spiega, assicurando che "la spesa pubblica è sotto controllo". Padoan rileva infatti che "la dinamica della spesa nel biennio 2014-15 e in previsione nel 2016-18 la spesa al netto degli interessi e delle prestazioni sociali resta stabile in termini nominali e si riduce progressivamente in termini reali".

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