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La crisi fa ancora paura, famiglie italiane più formichine che cicale

14 aprile 2016 | 16.38
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Salvadanaio, immagine di repertorio (Fotogramma)
Salvadanaio, immagine di repertorio (Fotogramma)

Sono aumentati di quasi oltre 20 miliardi di euro nell'ultimo anno i risparmi delle famiglie italiane che ora valgono 915 miliardi. La crisi e la paura di nuove tasse frenano i consumi dei cittadini , bloccano gli investimenti delle imprese e congelano la liquidità delle banche: da febbraio 2015 a febbraio 2016 l'ammontare delle riserve in Italia è passato da 1.555 miliardi a 1.595 miliardi in aumento di quasi 40 miliardi (+2,52%). Questi i dati principali di un rapporto realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale, tra l'altro, le riserve di assicurazioni e fondi pensione hanno registrato un lieve aumento, salendo di 1 miliardo in 12 mesi (+5%), mentre quelle delle imprese familiari sono salite di quasi 4 miliardi (+8%).

Il saldo dei conti correnti è cresciuto di 61 miliardi, da 808 miliardi a 869 miliardi (+7%), mentre si registra un calo di oltre 34 miliardi per i depositi con durata prestabilita: segno che c'è una certa preferenza ad avere liquidità a disposizione, senza vincolarla in alcun modo. I salvadanai delle famiglie sono saliti di 23 miliardi, quelli delle imprese di 10 miliardi, quelli degli istituti di credito sono invece calati di 723 milioni. L'analisi dell'associazione spiega uno dei motivi che spingono i prezzi al ribasso, come certificato oggi dall'Istat secondo cui a marzo si è registrata una variazione negativa su base annua pari allo 0,2%.

Secondo lo studio dell'associazione, basato su dati della Banca d'Italia, il totale delle riserve di famiglie, banche e imprese è passato dai 1.555,7 miliardi di febbraio 2015 ai 1.595,5 miliardi di febbraio 2016 con un incremento di 39,2 miliardi (+2,52%).

Nel dettaglio, i depositi delle aziende sono cresciuti di 10,6 miliardi (+5,20%) da 205,4 miliardi a 216,1 miliardi. Le imprese familiari hanno accumulato maggiori risorse per 3,9 miliardi (+8,64%) e i loro fondi sono saliti da 45,3 miliardi a 49,2 miliardi. Le onlus hanno visto aumentare i depositi di poco più di 1 miliardo (+3,95%) da 23,8 miliardi a 24,59 miliardi. I salvadanai delle famiglie sono saliti di 23,1 miliardi (+2,59%) da 891,9 miliardi a 915,08 miliardi. Per quanto riguarda il comparto delle assicurazioni e dei fondi pensione, le riserve sono cresciute di 1,1 miliardi (+5,54%) da 21,1 miliardi a 22,3 miliardi. In lieve calo la liquidità delle banche, diminuita di 723 milioni (-0,20%) da 367,9 miliardi a 367,2 miliardi.

Quanto all'analisi per strumento, i conti correnti sono passati da 808,6 miliardi a 869,9 miliardi con una crescita di 61,3 miliardi (+7,58%), i pronti contro termine sono saliti di 6,3 miliardi (+3,66%) da 172,9 miliardi a 179,2 miliardi. Saldo positivo anche per i depositi rimborsabili con preavviso saliti di 645 milioni (+0,21%) da 304,1 miliardi a 304,6 miliardi. In calo di 34,3 miliardi i depositi con durata prestabilita: sono scesi di 24,2 miliardi (-18,71%), da 276,1 miliardi a 244,7 miliardi, quelli con scadenza a due anni; e sono diminuiti di 10,1 miliardi (-6,91%), da 146,3 miliardi a 136,2 miliardi, quelli con scadenza superiore a due anni.

"E' evidente che si sta innescando un circolo vizioso, nel quale la paura di tasse e di nuovi scossoni della crisi frena i consumi delle famiglie e blocca gli investimenti delle imprese. Un meccanismo perverso che genera un ulteriore problema, quello di portare al ribasso i prezzi e quindi il Paese in deflazione", dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando i dati.

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