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Boom cibo gluten free. Ma gli esperti: "Non fa dimagrire, attenti ai rischi"

02 maggio 2016 | 13.15
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Il mercato dei prodotti 'gluten free' esplode in Italia. Nell'ultimo anno le vendite sono aumentate del 31% per un valore di 101 milioni di euro. Un consumo spropositato, con due milioni di famiglie che li acquistano. A fronte di un reale aumento dei casi di celiachia, il boom è trainato dal falso mito che questi alimenti facciano dimagrire, ne sono convinti tre italiani su dieci, e che siano più salutari, come pensa un italiano su dieci. Ma non è così, stando agli esperti interpellati dall'Adnkronos.

"La dieta gluten free può comportare dei rischi a chi la segue perché è povera di carboidrati", spiega Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista, docente presso l’Università Campus Bio-medico di Roma. "Purtroppo chi è affetto da celiachia o da gluten sensitivity - continua Piretta - è obbligato a seguire questo tipo di dieta. Oggi però si è diffusa la moda che sia salutare a prescindere da chi la segua, di conseguenza seguire una dieta gluten free senza avere questa patologia non ha nessuna ragione d'essere perché è stato dimostrato da numerosi studi che le diete gluten free abitualmente sono più povere di carboidrati ma più ricche di grassi. Dunque è ancora più fuorviante credere che sia una dieta dimagrante".

Sull'onda lunga di un problema reale per chi è affetto da celiachia, ad oggi l'1% della popolazione in Italia e in Europa, si parla già di glutenfobia tra coloro che, perfettamente sani, aboliscono pane, pasta, dolci a meno che siano privi di glutine, magari influenzati dalle scelte di star hollywoodiane come Gwineth Paltrow e Lady Gaga.

Ed è così che l'industria alimentare, in particolare quella della pasta, sta adeguando l'offerta a questa nuova domanda in forte espansione: nel mondo infatti si stima una spesa pari a 4 miliardi di euro per l'acquisto di alimenti contrassegnati dalla spiga sbarrata.

"La pasta è il terzo prodotto tra i gluten free a essere venduto dietro pane e dolci - sostiene Luigi Cristiano Laurenza, segretario dei Pastai italiani di Aidepi - la pasta in particolare ha registrato una crescita del 28% per un controvalore di 29 milioni di euro. Ci sono consumatori che sono allergici al glutine, intolleranti o affetti dal morbo celiaco e le aziende del comparto pastario dimostrano grande attenzione nel proporre pasta senza glutine di livello qualitativo sempre crescente".

Fino a qualche anno fa, i prodotti senza glutine si trovavano solo nelle farmacie. Era un mercato 'medico', destinato a celiaci e intolleranti al glutine. Oggi la farmacia resta ancora il primo canale di vendita (70%), anche perché è qui che i celiaci possono spendere il buono spesa offerto dal Sistema Sanitario Nazionale. Ma il comparto cresce (e non poco) soprattutto nei supermercati: solo nel 2013 i prodotti senza glutine nella grande distribuzione sono aumentati del 18%.

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