cerca CERCA
Giovedì 18 Aprile 2024
Aggiornato: 12:23
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Il Made in Italy vola nel mondo, saldo da 122 miliardi nel 2015

07 maggio 2016 | 09.45
LETTURA: 4 minuti

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Il Made in Italy vola nel mondo segnando un saldo commerciale dato dalla differenza tra l’export e l’import nel 2015 pari a 122 miliardi di euro. Un vero e proprio successo delle nostre specializzazioni produttive nel mondo che sono costituite soprattutto da 4 grandi aree merceologiche: l’automazione meccanica, l’abbigliamento-moda, l’arredo-casa e l’alimentare-bevande. A rilevarlo è la Cgia.

Un risultato, quello raggiunto nel 2015, comunque in linea con gli esiti toccati negli ultimi anni, secondo la Cgia. Se nel 2009 il saldo positivo era sceso a 88,4 miliardi, nel 2010 è salito a 92,3 miliardi, nel 2011 a 103,7 miliardi, nel 2012 a 119,5, nel 2013 a 120,2 e nel 2014 a 122,3: un crescendo continuo che ha toccato il picco massimo nel 2015: 122,4 miliardi di euro.

Negativo, invece, lo 'score' ottenuto dagli 'altri prodotti': computer, chimica- farmaceutica, prodotti metallurgici, tabacco e legno-carta hanno riportato tutti un saldo negativo. Solo gli autoveicoli hanno ottenuto un segno positivo pari a 290 milioni di euro. Nel 2015 l’insieme di tutti gli 'altri prodotti' ha registrato un saldo negativo di 28,8 miliardi di euro.

Dall’analisi della Cgia dei singoli comparti manifatturieri del 'made in Italy' emerge lo straordinario risultato ottenuto dai macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, utensili, apparecchi da sollevamento, forni, bruciatori). Nel 2015 il saldo commerciale è stato positivo e pari a 49,8 miliardi di euro.

Seguono il tessile-abbigliamento-calzature con 17,6 miliardi, i prodotti in metallo (imballaggi leggeri, fili metallici, catene, molle, bulloneria, bidoni, contenitori in acciaio, etc.) con 11,1 miliardi, i mobili con 7,2 miliardi, gli apparecchi elettrici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, lavasciuga, congelatori, accumulatori elettrici, apparecchiature di cablaggio, batterie di pile, generatori, etc.) con 6,5 miliardi e altri materiali non metalliferi (vetro, porcellana, ceramica, refrattari, cemento, etc.) con 6,4 miliardi di euro.

"Il successo del nostro Made in Italy nel mondo è prodotto prevalentemente dalle Pmi che grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura del buon gusto e del saper fare hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo sono requisiti indispensabili per competere sul mercato" commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo.

"Ma l’export - ricorda il segretario della Cgia, Renato Mason - non è tutto. E’ sicuramente un indicatore importante, ma il nostro paese per riagganciare la ripresa ha bisogno di rilanciare soprattutto i consumi interni che in questi ultimi anni di crisi economica sono diminuiti di 6,5 punti percentuali". "E per fare questo -aggiunge- bisogna assolutamente ridurre le tasse sulle famiglie, sulle imprese e ritornare ad investire per allargare la base occupazionale che, rispetto ai principali nostri competitori, è molto più contenuta".

Con saldi così significativi, quali sono i Paesi in cui abbiamo 'piazzato' i prodotti made in Italy? Il nostro principale partner commerciale è la Germania: nel 2015 abbiamo esportato nel mercato tedesco merci “made in Italy” per un valore di 30,3 miliardi di euro. Seguono la Francia (27,7 miliardi), gli Stati Uniti (24,6 miliardi), il Regno Unito (14,8 miliardi), la Spagna (11,2 miliardi) e la Svizzera (11 miliardi di euro). Rispetto al 2014, prosegue la Cgia, si segnalano aumenti di vendita molto significativi negli Emirati Arabi (+15,4 per cento), negli Stati Uniti (+15,2 per cento) e in Spagna (+10 per cento).

Dei primi 20 Paesi in cui esportiamo solo l’Austria (-0,2 per cento) e la Russia (-25,2 per cento) hanno segnato una contrazione, rileva ancora la Cgia. Per quest’ultimo paese hanno influito diversi fattori tra cui la contrazione del potere d’acquisto delle famiglie russe, il tasso di cambio e il perdurare dell’embargo commerciale imposto dall’Unione europea.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza