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Padoan scrive alla Ue: "Altra austerità danneggerebbe la crescita"

11 maggio 2016 | 16.25
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Terzi (Bruegel): ricetta Padoan è quella giusta

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E' difficile ridurre il debito pubblico con un'inflazione bassissima e praticare una politica di bilancio più austera non farebbe altro che danneggiare la crescita economica, che sta al denominatore, sicché il rapporto tra debito e Pil non migliorerebbe: è uno degli argomenti principali della lettera, che porta la data del 9 maggio, inviata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e al commissario agli Affari Economici e Finanziari Pierre Moscovici, in risposta ad una lettera inviata il 2 maggio scorso dal direttore generale agli Affari Economici e Finanziari Marco Buti al direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via.

Nella lettera della Commissione Bruxelles informava Roma che l'Italia "non ha fatto sufficienti progressi verso il rispetto dell'obiettivo di riduzione del debito nel 2015. Quindi, sulla base della violazione osservata dei criteri sul debito, la Commissione preparerà un rapporto in accordo con l'articolo 126 comma 3 del Trattato, rapporto sul quale dovrà esprimere un parere il Comitato Economico e Finanziario". Buti chiede al Tesoro di inviare le proprie osservazioni entro il 9 maggio, per consentire alla Commissione di prendere pienamente in considerazione l'opinione dell'Italia nella stesura del suo rapporto.

"Come già riconosciuto dalla Commissione nel suo rapporto preparato nel 2015 - scrive Padoan - un'inflazione particolarmente bassa rende il rispetto della regola sul debito particolarmente impegnativa. E' un fatto che l'attuale contesto macroeconomico è ancora più difficile per la riduzione del debito, dato che le pressioni deflazionistiche a livello globale si sono intensificate. A fronte di questo contesto, una politica di bilancio più stringente rispetto a quella delineata nel programma di stabilità 2016 peggiorerebbe la performance di crescita dell'economia italiana e l'evoluzione del rapporto tra debito e Pil".

Nel ponderoso documento inviato dal Tesoro agli uffici della Commissione (una novantina di pagine), si ricorda che attualmente "il tasso di inflazione è negativo", che "l'eccesso di capacità produttiva nel mondo è cospicuo", che "le pressioni competitive crescono in tutti i settori dell'economia" e che "i prezzi dell'energia potrebbero rimanere bassi per un periodo di tempo prolungato". Inoltre, aggiunge il Tesoro, "una crescita nominale del Pil lenta comporta un progresso più lento nella riduzione del debito. I rendimenti più bassi dei titoli di Stato hanno bisogno di tempo per ridurre il costo degli interessi complessivi, dato che la duration del debito pubblico italiano negli ultimi anni è cresciuta, per effetto di un approccio prudente alla gestione del debito".

Non solo. La Commissione, come altri previsori, potrebbe essere troppo ottimista nelle sue aspettative sull'inflazione. "Le previsioni economiche di primavera della Commissione - ricorda il Tesoro - vedono una crescita dell'inflazione di base all'1,4% nel 2017. Gli ultimi dati Eurostat, tuttavia, indicano che l'inflazione dell'Eurozona è calata a -0,2% in aprile, con l'inflazione core allo 0,7%". Le previsioni della Commissione sono basate sull'aspettativa di prezzi dell'energia più elevati e sono simili a quelle di altri enti previsionali, ma "le aspettative di un riaffacciarsi delle pressioni inflazionistiche sono state finora deluse e le previsioni sono state riviste al ribasso, come risultato".

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