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Eni: sindacati in sciopero e in piazza, no a svendita Versalis

13 maggio 2016 | 12.42
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Eni: sindacati in sciopero e in piazza, no a svendita Versalis

I lavoratori dell'Eni, oggi in sciopero per otto ore, tornano in piazza a Roma per dire il loro 'no' alla svendita di Versalis, la società chimica del gruppo petrolifero italiano. Una manifestazione, questa, che si svolge a poche ore dall'incontro a Palazzo Chigi, previsto alle 14.30, tra i sindacati e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti e il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova. "Siamo ancora qui in piazza per dire no a quello che Eni e Governo hanno deciso. Ieri l'ad di Eni, Claudio Descalzi, inizia a mettere in discussione la vendita di Versalis. Speriamo di riuscire a convincerlo", sottolinea il segretario generale della Femca-Cisl, Angelo Colombini parlando dal palco situato a Piazza del Pantheon.

Dopo sei mesi, aggiunge il sindacalista, "finalmente il Governo ci incontrerà". In questa vicenda Versalis, rileva Colombini, "devono intervenire altri soggetti come la Cdp e perché no imprenditori italiani". A suscitare molte preoccupazioni nei sindacati è il fondo Usa Sk Capital con il quale l'Eni sta trattando.

"E' da mesi che l'Eni sta negoziando solo con loro, altro che trattativa in esclusiva", denuncia il segretario generale della Filctem-Cgil, Emilio Miceli. La società Usa, rileva, "e questo è un grande problema ha sede nelle Isole Cayman e nel Delaware. L'Eni che ne pensa delle società in paradisi fiscali, è per mantenerli o per combatterli, così come fa il suo Governo e così come pensa una parte degli economisti nel mondo? deve dire di che parte sta? Vorrei sapere che ne pensa il Governo. E' il problema che porremmo a De Vincenti", sottolinea il leader della Filctem.

"Non è che c'è moralismo nella nostra impostazione. C'è -spiega Miceli- la preoccupazione di chi pensa che chi sta in un paradiso fiscale è capace di tutto. Persino di distruggere quello che resta della chimica di base italiana" che in Italia rappresenta tra diretto (4.800) e indotto occupa 12 mila lavoratori. La chimica, aggiunge, "con la siderurgia è una delle infrastrutture del Paese". Il 18 maggio, rileva, "incontreremo l'ad di Eni, Claudio Descalzi e parleremo di questo". Il piano rinnovabili annunciato dal gruppo petrolifero italiano, sottolinea Miceli, "mi pare una buona notizia. Se l'Eni investe sulle rinnovabili il tono del tema sale: 500 mln significa che c'è un grande interesse. E a differenza dell'Enel lo fa fuori dall'Italia e dentro l'Italia mentre l'Enel è ambientalista solo fuori dai nostri confini".

La trattativa con Sk Capital, rileva il segretario generale della Uiltec Uil, Paolo Pirani, "doveva concludersi entro marzo ma continuerà a maggio a causa delle difficoltà legate alle garanzie finanziarie. La trattativa sta andando avanti e speriamo che non vada in porto. Non è una soluzione. La mano pubblica va mantenuta perché è l'unica che può offrire una garanzia ai lavoratori". In ogni caso, aggiunge il sindacalista, "siamo ancora preoccupati per il riposizionamento dell'Eni. Il Governo finora ha sempre taciuto, dicendo che monitorava la situazione, ma questo non basta. Sappiamo che ci sono altri investitori interessati e Sk Capital non è la soluzione giusta".

La vendita di Versalis, sottolinea dal canto suo il segretario nazionale dell'Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, "è un errore strategico che ricadrà negativamente su tutto il sistema industriale italiano e sull'occupazione".

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