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Stretta sui voucher, via libera del governo

10 giugno 2016 | 14.22
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Tracciabilità dei voucher e multe fino a 2.400 euro per chi non si adegua: il Consiglio dei ministri ha dato il primo via libera alle modifiche per sanare le distorsioni all'uso dei voucher previsti dal Jobs Act, accogliendo alcune modifiche avanzate dal mondo dell'agricoltura. Luce verde anche ai contratti di solidarietà espansiva per favorire nuove assunzioni a fronte di una riduzione dell'orario di lavoro.

In base all'introduzione della tracciabilità del buono di lavoro, mutuando la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente, si prevede che gli imprenditori non agricoli o professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio sono tenuti, almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, con sms o email, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione.

Quanto al settore agricolo, le aziende committenti dovranno comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, ma con riferimento ad un arco temporale non superiore a 7 giorni. In caso di violazione degli obblighi di comunicazione scatta una sanzione amministrativa da euro 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. Inoltre trattandosi di violazione non sanabile a posteriori, non si applica la procedura di diffida.

No inoltre al limite di 2mila euro per la prestazione per i settore agricolo; un'altra modifica introdotta del decreto correttivo sui voucher esclude il settore agricolo dall’applicazione del tetto imposto ai committenti imprenditori in quanto l’utilizzo del lavoro accessorio in agricoltura è già soggetto, oltre al limite generale dei 7.000 euro per lavoratore, anche ad ulteriori limiti secondo i quali in agricoltura il lavoro accessorio è utilizzabile stagionalmente da parte di pensionati e studenti con meno di 25 anni o in qualunque periodo dell'anno se universitari e per le attività agricole presso piccoli produttori con un volume d’affari non superiore a 7.000 euro.

Via libera dal governo anche alla possibilità di trasformare i contratti di solidarietà difensiva che prevedono una riduzione dell'orario di lavoro per evitare licenziamenti in contratti di solidarietà espansiva, nei quali la riduzione di orario è finalizzata a nuove assunzioni a condizione che il taglio complessivo dell'orario non sia superiore a quello già concordato.

La trasformazione può riguardare i contratti di solidarietà difensivi in corso da almeno 12 mesi e quelli stipulati prima del primo gennaio 2016, a prescindere dal fatto che siano in corso da dodici mesi o meno, e dovrà avvenire nelle forme previste per la stipula dei contratti di solidarietà espansivi.

Nel dettaglio, ai lavoratori spetta un trattamento di integrazione salariale di importo pari al 50% dell’integrazione salariale prevista prima della trasformazione del contratto e il datore di lavoro integra tale trattamento almeno sino alla misura dell’integrazione salariale originaria. L’integrazione a carico del datore di lavoro non è imponibile ai fini previdenziali e i lavoratori beneficiano dell’accredito contributivo figurativo.

Inoltre, si stabilisce che le quote di trattamento di fine rapporto relative alla retribuzione persa maturate durante il periodo di solidarietà restino a carico della gestione previdenziale e che la contribuzione addizionale a carico del datore di lavoro sia ridotta del 50%.

Si prevede inoltre la possibilità che, per gli accordi conclusi e sottoscritti in sede governativa entro il 31 luglio 2015, riguardanti imprese di rilevante interesse strategico per l'economia nazionale, (tra queste Telecom che ha esercitato un forte pressing per la misura) possa essere concessa a domanda e con decreto interministeriale, la reiterazione della riduzione contributiva per la durata stabilita dalla commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e comunque entro il limite di 24 mesi. Arriva anche la norma che trasforma l’Isfol, ribattezzato Inapp, che avrà la possibilità di accedere ai dati elementari detenuti dall’Istat, dall’Inps, dall’Inail, dall’Agenzia delle entrate e da altri enti e amministrazioni.

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