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L'imprenditore Schirru vs Mps. Procura Palermo: "E' vittima usura"

15 luglio 2016 | 18.55
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Concessa 'sospensione dei termini', pendenze congelate per 300 giorni

L'imprenditore Schirru vs Mps. Procura Palermo:

Giuseppe Schirru, l'imprenditore palermitano costretto a chiudere la sua azienda, la Emyr Sanitaria, dopo aver denunciato la richiesta di tangenti e infiltrazioni mafiose e chiamato in causa Mps, 'colpevole' a suo giudizio di aver applicato tassi usurari e di aver compiuto gravi inadempimenti contrattuali, ottiene dalla Procura di Palermo la 'sospensione dei termini', ovvero i benefici di tutela per le vittime di usura. "Sono finalmente riconosciuto come una vittima dell'usura. E non da parte di uno 'strozzino' ma di una banca, Mps, che è costretta a riconoscere le sue responsabilità", dice l'imprenditore all'Adnkronos, aggiungendo, con amarezza: "Se questo provvedimento non fosse arrivato tardi, avrei anche salvato l'azienda".

Comunque, il passo formalizzato dalla Procura di Palermo consente all'imprenditore di ripartire. Da una posizione più forte. "Ricorrono i requisiti per la concessione del beneficio sospensivo ed in particolare con riferimento, quale presupposto di legittimazione, alla sussistenza dell'evento lesivo di usura (...) ", si legge nel Provvedimento di sospensione dei termini firmato dal Procuratore aggiunto Bernardo Petralia. Un evento, si prosegue, "le cui indagini penali hanno consentito di stigmatizzare allo stato, nel periodo dal 2001 al 2009, come riguardante un eccesso di interessi e di altre competenze gravanti sull'istante per 30.000 euro (...) Un evento che pur attestandosi in epoca risalente, per l'effetto moltiplicatorio del pregiudizio patrimoniale proprio del debito insoluto finisce per proiettarsi fino all'odierno con le intense ricadute economico rappresentate dallo Schirru" nella denuncia alla Guardia di Finanza di Palermo contro il Monte dei Paschi di Siena.

Le pendenze dell'imprenditore sono sospese per 300 giorni dalla data del provvedimento, incluse tutte le procedure esecutive, mentre per tre anni è congelato il debito verso l'Agenzia delle Entrate. Ora, Schirru può accedere al fondo di solidarietà, che prevede un finanziamento senza interessi da restituire in dieci anni.

La storia dell'imprenditore, che fino a marzo 2015 fa operava nel settore delle protesi ortopediche, offrendo servizi in convenzione con il sistema sanitario nazionale, passa prima per una controversa esperienza imprenditoriale, fatta anche di tangenti e di contatti pericolosi con ambienti mafiosi, e poi per un calvario che inizia con le denunce e arriva alla chiusura dell'impresa, senza per altro arrivare al fallimento. Sullo sfondo, il silenzio delle istituzioni e le lentezze di una burocrazia che gli hanno di fatto impedito di tenere in vita la Emyr Sanitaria.

Schirru ha aperto la sua attività 27 anni fa e, come accertato anche da due sentenze di primo e secondo grado che condannano un funzionario del Distretto Sanitario di Misilmeri addetto all’Ufficio Protesi, ha subito una concussione durata oltre 16 anni. Nonostante la giustizia stia facendo il suo corso, l'imprenditore è stato costretto a chiudere per i troppi debiti accumulati verso l'Erario e le banche. Anche se il dibattimento ha confermato pienamente la tesi accusatoria della parte civile, infatti, nelle more del processo le banche non hanno concesso ulteriori proroghe al credito. Unico sollievo, in questi lunghi mesi, è arrivato dal fondo di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura e dal sostegno della Prefettura di Palermo.

Poi il vento ha iniziato a girare. Ad aprile, dopo due anni dal pignoramento, Schirru è riuscito ad avere 38 mila euro dal Monte dei Paschi, compresi diecimila euro per gli avvocati. Il 7 luglio, infine, è arrivato il provvedimento che sospende i termini e offre le condizioni per riaprire l'azienda.

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