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Fmi e Ocse: allarme accumulo debiti, non riscosso 30% Iva

19 luglio 2016 | 15.45
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"L'accumulo dei debiti fiscali è allarmante: i problemi strutturali devono essere affrontati urgentemente": è il monito che il Fondo monetario internazionale lancia nel suo rapporto sull'amministrazione fiscale italiana illustrato oggi al Mef insieme a quello messo a punto dall'Ocse. Lo stesso Ocse afferma che "la quantità di debito fiscale in Italia è eccezionalmente alta". Entrando nel merito della tassazione, sia l'Ocse che il Fmi si concentrano sul forte tax gap relativo all'Iva. Juan Toro, del dipartimento Affari fiscali del Fmi, osserva che "in un contesto di alta imposizione come quello italiano con un gettito fiscale molto alto alcune tasse non vanno bene" citando proprio l'evasione dell'Iva: "Circa il 30% del potenziale - ha detto- non viene riscosso". Nel rapporto dell'Ocse si indica l'area dell'Iva come di "radicata inadempienza" anche a causa del sistema delle dichiarazioni al fisco redatte annualmente a fronte dei pagamenti su base mensile effettuati in molti altri paesi.

Sia Fmi che Ocse giungono entrambi alla conclusione che l'Italia debba dare maggiore autonomia alle sue Agenzie fiscali riservando al ministero dell'Economia una funzione di indirizzo strategico. In particolare, dice l'Ocse, "una maggiore supervisione strategica a livello ministeriale e una maggiore autonomia delle Agenzie fiscali potranno dare luogo a maggiori sinergie". E' sempre l'Ocse ad indicare la necessità di rafforzare "il coordinamento tra i diversi soggetti con l'attribuzione di precise priorità". La frammentazione anche sul fronte dell'audit e investigativo riduce l'efficacia nel recupero crediti.

Introducendo l'illustrazione dei due rapporti, che sono stati redatti su invito del Mef, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha preso atto che "c'è un problema di coordinamento tra diverse entità" dell'amministrazione fiscale "che si puo' migliorare", attribuendo maggiore autonomia ai vari soggetti con il Mef che si riserva le indicazioni strategiche. Per il ministro, che pure ha precisato che "la pluralità dei soggetti coinvolti nel meccanismo è una ricchezza", è giusto che "i soggetti diversi si specializzino".

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