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Frena la crescita del Pil: +0,15% nel secondo trimestre

21 luglio 2016 | 12.09
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Frena la crescita dell'economia italiana nel secondo trimestre dell'anno. Rispetto alla stima di un incremento dello 0,25%, l'aumento del Pil dovrebbe attestarsi a +0,15%. A vedere al ribasso le previsioni di crescita, è il Centro Studi di Confindustria . Un andamento, quello del prodotto interno lordo, sottolinea nella Congiuntura Flash, "non molto più vivace anche nel terzo". Pesa il calo della produzione industriale nel terzo trimestre e all'incertezza derivante dalla Brexit si sommano le difficoltà del sistema bancario (non solo in Italia). "Fattori che accrescono i rischi al ribasso per l’andamento dell'economia italiana", sottolinea Csc.

"In Italia la risalita della produzione industriale, già molto disomogenea tra settori e quindi poco solida, ha subito una nuova battuta d'arresto nel secondo trimestre e, di conseguenza, costringe a rivedere all'ingiù le stime di variazione del Pil", spiega il Csc. Nel complesso, "l'incertezza politica - sottolinea Centro Studi di viale dell'Astronomia- è il tratto distintivo e dominante dell'attuale scenario economico internazionale. Nuovi attacchi terroristici e cruciali appuntamenti elettorali dagli esiti in bilico e dalle conseguenze potenzialmente dirompenti rendono ancora più fragile la crescita globale. La quale a metà del 2016 risulta essere la più debole degli ultimi tre anni e mezzo, nonostante si siano registrati progressi in Usa e in alcuni dei principali emergenti".

In giugno il Pmi Markit composito (pre-Brexit) per l'Italia segnala espansione dell'attività a un ritmo più veloce di quello rilevato in maggio (+1,8 punti, a 52,6); tuttavia, l'indice nel 2° trimestre è inferiore a quello medio del 1° (52,2 da 53,4). Il Pmi manifatturiero segnala accelerazione (+1,1 punti a 53,5) grazie alla più forte crescita di produzione, ordini ed esportazioni. Anche nei servizi l'attività è avanzata più delle attese, dopo la stagnazione rilevata in maggio (51,9 da 49,8); dinamica mensile più robusta anche per i nuovi ordini.

Le esportazioni italiane sono diminuite, a prezzi costanti, dello 0,4% in maggio su aprile (stime CSC). Nell’ultimo bimestre hanno registrato, comunque, un incremento del 2,4% sul primo trimestre, grazie a maggiori vendite sia nei paesi UE (+2,0%) sia in quelli extra-UE (+3,0%). In aumento anche l’export della Germania (+1,2% nel bimestre) e, marginalmente, quello della Francia (+0,2%).

Gli indicatori qualitativi sugli ordini esteri del manifatturiero italiano in giugno, che non registrano ancora le ripercussioni negative della Brexit, indicano prospettive in miglioramento per i mesi estivi: a 54,6 la componente PMI (+2,6 punti su maggio) e a -17 il saldo dei giudizi delle imprese (+1 punto). In risalita, ma ancora deboli, gli indicatori degli scambi globali: +1,0 punti la componente ordini esteri del PMI in giugno (a 49,9, sotto la soglia neutrale di 50 per il quinto mese consecutivo) e in aumento in luglio, ma su valori bassi, il Baltic index, che misura il costo dei noli navali per le materie prime.

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