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Brexit, i nuovi dati spaventano Londra: recessione all'orizzonte

22 luglio 2016 | 17.46
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Il neo-premier britannico Theresa May (Afp)
Il neo-premier britannico Theresa May (Afp)

Mentre il nuovo premier Theresa May continua il tour europeo per verificare l'atteggiamento dei partner di Londra, nel Regno Unito si moltiplicano segnali preoccupanti per le conseguenze di una eventuale Brexit.

Un campanello di allarme è arrivato dall'indicato Pmi (Purchasing manager index) di Markit che per il settore privato ha registrato la più forte contrazione dall'inizio del 2009, scendendo a 47,7 punti rispetto ai 52,4 punti del mese di giugno, sotto quindi i 50 punti che segnano lo spartiacque tra contrazione ed espansione dell'attività economica.

Alla luce di questo dato e del nuovo calo della sterlina (che ha perso quasi il 10% sul dollaro dal referendum sull'Ue) si rafforza quindi l'ipotesi che la Gran Bretagna possa entrare in recessione. Ne sembrano convinti gli analisti come Chris Williamson, capo economista di Markit, che segnala come a luglio si sia registrato "un drammatico peggioramento dell'economia britannica, attribuibile in un modo o nell'altro alla Brexit".

Un altro analista, Ruth Gregory, dell'osservatorio di Capital Economics, vede nel calo dell'indicatore Pmi i segnali di una "possibile contrazione trimestrale del Pil britannico di circa lo 0,4 per cento". Non migliori le stime di Daniel Vernazza, capo ricerche economiche di UniCredit Bank a London, che stima un Pil del Regno Unito "piatto nel terzo trimestre, seguito da due trimestri di leggera contrazione". Dati che rappresentano "tecnicamente una recessione" e che potrebbero portare - conclude - il prossimo 4 agosto la Bank of England a tagliare a zero i tassi di interesse.

David Noble, ceo del Chartered Institute of Procurement & Supply, ha evidenziato come sullo scenario economico pesi un'incertezza "la cui reale portata andrà vista nei prossimi mesi". Per questo, ha spiegato il nuovo cancelliere dello Scacchiere britannico Philip Hammond, in Cina per attrarre investitori, "il nostro compito è ripristinare più certezza possibile, al più presto possibile". Hammond si è detto pronto a interventi in materia di politica fiscale a fine anno, non appena sarà chiaro l'impatto del Brexit sull'economia del Regno Unito. "Sosterremo l'economia - sottolinea - in modo da potere approfittare delle opportunità che ci ha dato il referendum nel medio e lungo periodo".

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