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Nautica, i maggiori produttori italiani di yacht escono da Confindustria

22 luglio 2016 | 14.13
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I maggiori produttori italiani di yacht e megayacht e alcune tra le principali aziende di produzioni industriali nautiche italiane - Apreamare, Azimut Benetti, Baglietto, Cantiere delle Marche, Cantieri di Sarnico, Colombo, Gruppo Ferretti, Maltese, Mase Generators, Mondomarine e cantieri di Pisa, Opem Sistemi, Perini, Picchiotti, Tecnopool, Viareggio Superyacht, Vismara Marine - annunciano la propria uscita da Confindustria.

Decisione motivata "dalla ormai prolungata mancanza di attenzione, servizi e dedizione strategica al comparto nautico da parte di questa Confindustria, che si limita a svolgere una attività di supporto sindacale per le aziende a fronte di cospicui contributi".

"Tale disattenzione - si legge in una nota - si è addirittura manifestata in modo scandaloso, nella sostanza e nella forma, per la mancata implementazione di una federazione di scopo, più volte annunciata, che avrebbe dovuto raccogliere tutti gli operatori del settore. Per analoghe ragioni di immobilismo e di etica gli stessi produttori ed altre 60 primarie aziende erano usciti nel 2015 da Ucina, che in questi anni non ha saputo bilanciare correttamente le iniziative a supporto della piccola nautica e di quella di grandi dimensioni, che si è invece concentrata principalmente sull'organizzazione del salone nautico di Genova".

"Ucina - scrivono i produttori - non presta alcuna attenzione all'innovazione, ma per contro redige bilanci sui quali sono stati sollevati gravi dubbi dall'organo competente, tanto in Ucina stessa, quanto in sede confederale. Ultimo, ma non ultimo, si tratta di una associazione presieduta da un dipendente di un gruppo francese, il gruppo Bénéteau, diretto concorrente della industria italiana. Un elemento poco compatibile per aziende impegnate a tenere alta l'immagine del made in Italy nel mondo".

Già nel 2015 queste 67 aziende italiane, che impiegano nel loro complesso 4500 dipendenti diretti, 15.000 operatori dell'indotto, esprimono un valore della produzione di 1500 milioni di euro e che rappresentano l'80% della produzione italiana di imbarcazioni e il 95% del valore delle esportazioni "hanno dato vita ad una prestigiosa associazione denominata Nautica Italiana" che si è affiliata "ad Altagamma" dove le aziende "sono state accolte con entusiasmo e favore e possono ora svolgere tutte quelle attività di innovazione e promozione sconosciute in Confindustria e Ucina".

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