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Scoperte 32mila posizioni irregolari nel 2015, sottratti 61 mld agli evasori

23 agosto 2016 | 09.37
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Attraverso controlli e verifiche fiscali, nel 2015 la Guardia di Finanza ha sottratto agli evasori 61 miliardi di euro di imponibile. Tra evasori totali, paratotali, lavoratori in nero e irregolari sono state scoperte oltre 32.000 posizioni irregolari. E' quanto comunica la Cgia di Mestre, che definisce quello dello scorso anno "un risultato senza precedenti. E' utile ricordare - avverte però l'associazione - che negli ultimi 15 anni l’attività della Guardia di Finanza contro gli evasori ha consentito di portate a 'galla' quasi 506,5 miliardi di euro e di 'scovare' oltre 509.000 evasori".

Non va comunque dimenticato, precisa la Cgia, "che una cosa è l’imponibile accertato e un’altra cosa è la riscossione effettiva, ovvero quanto viene effettivamente incassato dal fisco dopo i vari livelli di giudizio". Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dalla Corte dei Conti, negli ultimi anni l’incidenza della riscossione sull’accertato di competenza è in costante aumento: nel 2015 ha raggiunto il picco massimo del 14,8% (in termini assoluti corrisponde ad un “incasso” di circa 9,8 miliardi di euro).

Secondo l'associazione mestrina, che cita dati Istat, l'economia sommersa ha un valore che si aggira ogni anno attorno ai 191 miliardi di euro, pari all'11,9% del Pil italiano. Nel 2015 ne sono emersi 61 miliardi, vale a dire il 32% circa del totale stimato.

Di questi 191 miliardi di valore aggiunto generato dall’economia sommersa, il 52,1% è ascrivibile all’attività sotto-dichiarata dagli operatori economici (pari a 99,4 miliardi), il 37,7% al lavoro irregolare (che corrisponde a 71,9 miliardi ) e il restante 10,2% ad altre componenti, come i fitti in nero e le integrazioni domanda-offerta (19,5 miliardi).

Infine, conclude la Cgia, le unità di lavoro irregolare presenti in Italia sono circa 3 milioni e mezzo: il 71,5% circa è costituito da persone occupate in prevalenza come dipendenti (pari a 2 milioni e mezzo circa). Incidenze molto elevate di irregolarità occupazionale si registrano nei servizi alla persona (45%), nell’agricoltura (17,6%), nel commercio/ristorazione (15,6%) e nelle costruzioni (15,4%).

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