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L'assegno scoperto non passa di moda: 300 al giorno in Italia

27 agosto 2016 | 18.46
LETTURA: 3 minuti

Assegno, immagine di repertorio (Fotogramma)
Assegno, immagine di repertorio (Fotogramma)

Gli assegni si usano sempre meno ma quelli scoperti non passano del tutto di moda: nei primi tre mesi dell’anno sono stati quasi 28mila i titoli 'cabriolet' piazzati (311 al giorno) per un valore di poco più di 100 milioni di euro (107.756 per la precisione). Lo comunia Unioncamere che spiega come il Registro informatico dei protesti, gestito da Unioncamere-Infocamere, segnala un calo continuo del numero degli assegni scoperti nel nostro Paese con una diminuzione fra il primo trimestre di quest’anno e quello dello scorso anno di quasi 10mila unità.

La parte del leone, a livello regionale, la fa il Lazio con 8.171 assegni scoperti nei primi tre mesi seguito dalla Lombardia (7.128) e dalla Campania (2.439). Quest’ultima regione vince invece la poco gratificante classifica del numero di cambiali protestate (18.758) davanti a Lombardia (17.203) e Lazio (14.840). A livello provinciale, invece, spicca la virtù degli abitanti di Gorizia con un solo assegno scoperto nel periodo considerato. Altissima però anche l’affidabilità degli abitanti di Fermo e di Biella: meno di 10 i titoli loro contestati.

Sul fronte opposto, le grandi città, a partire da Roma, dove gli assegni cabriolet sono stati 7.405, e Milano (6.058). Terza in classifica – ma ad una bella distanza dalle prime due – Napoli, ai cui abitanti sono stati contestati 1.351 assegni scoperti. “L’utilizzo della moneta elettronica sta probabilmente agevolando la riduzione dei titoli protestati, in particolar modo degli assegni”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “E’ un percorso di crescita anche culturale molto importante che il nostro Paese sta compiendo e deve continuare a compiere per rendere più efficiente e sicuro il mercato italiano”, conclude.

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