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Lavoro, Poletti: "Con governo Renzi recuperati 585.000 occupati"

02 settembre 2016 | 12.43
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In poco più di due anni trascorsi dall’insediamento del governo di Mattero Renzi sono stati recuperati 585.000 occupati, 266.000 dei quali nell’ultimo anno. Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell'introduzione del primo Quaderno di monitoraggio del comitato scientifico sulla riforma del mercato del lavoro 'I contratti di lavoro dopo il Jobs Act'.

Il tasso di disoccupazione, ricorda il ministro, è sceso all’11,4% dal 12,8%, mentre il tasso di occupazione dal 55,5% è risalito al 57,3%. Nell’area del lavoro giovanile ''si sono fatti passi in avanti significativi, anche se certamente ancora insufficienti a risolvere uno dei problemi più acuti del nostro mercato del lavoro''. A questi dati si aggiunge anche la consistente diminuzione nel ricorso alla cig: nel 2013 erano stati oltre 1,5 milioni i lavoratori coinvolti in periodi di cassa integrazione, nel 2015 si sono dimezzati a poco meno di 750 mila.

Ancora, nel 2015 il lavoro a tempo indeterminato ''è finalmente tornato al centro dell’attenzione delle imprese'', dice Poletti. Nell’area del lavoro privato si sono registrate più di 2 milioni di nuove assunzioni con contratti a tempo indeterminato (750 mila in più dell’anno precedente) e 660 mila trasformazioni di contratti a termine e apprendistato (260 mila in più del 2014).

La variazione netta delle posizioni di lavoro a tempo indeterminato è risultata pari ad oltre 916 mila unità, con un incremento del numero dei lavoratori stabili nel settore privato extra-agricolo censito dall’Inps pari al 5,5 % in un solo anno. ''Rispondendo positivamente alle novità normative, introdotte con la riforma del lavoro e con la decontribuzione, le imprese operanti in Italia -afferma Poletti- hanno ricominciato a investire nella risorsa lavoro, con una prospettiva di lungo termine''.

Investire nelle risorse umane, secondo il ministro, ''significa cominciare a spezzare quel circolo vizioso che ha caratterizzato in passato la nostra economia, un corto circuito che ha portato il paese su una 'via bassa' di crescita, basata esclusivamente sul contenimento dei costi, sacrificando spesso l’innovazione, le competenze, la formazione''. Il riordino della disciplina dei contratti ''è stato un altro fattore importante per rafforzare la regolarità e la stabilità del lavoro, eliminando le collaborazioni a progetto e l’associazione in partecipazione''.

''Abbiamo voluto una cornice di regole semplici e chiare che -spiega Poletti- contrastino elusioni ed abusi, che non solo vanno a ledere la dignità dei lavoratori ma ostacolano anche la sana concorrenza tra le imprese''. Secondo il ministro ''le spinte ad innovare, a crescere, ad incrementare la produttività si sviluppano meglio nell’ambito di un sistema economico nel quale gli imprenditori possono essere sicuri del rispetto delle regole da parte di tutti''0.

''La sfida principale che abbiamo ora davanti -afferma Poletti- è quella di costruire un sistema di politiche attive''. La valutazione di efficacia dovrà essere ''il faro per capire quali strategie, e quali strumenti, possano rappresentare il miglior veicolo di rapido inserimento e reinserimento delle persone nel mondo del lavoro''.

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