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L'Italia si conferma primo produttore mondiale di vino, cresce l'export

06 settembre 2016 | 17.14
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(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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L'italia si conferma leader mondiale nella produzione di vino con 48,5 milioni di ettolitri stimati per la vendemmia 2016, di poco inferiori al 2015, anno record con 49,3 milioni. Le stime di Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), presentate oggi in una conferenza stampa al Ministero delle Politiche Agricole consolidano il primato italiano davanti ad una Francia che, con 42,9 milioni di ettolitri, paga una flessione del 10% e una Spagna che conferma i dati dell'ultimo biennio, intorno ai 42-43 milioni.

E le conferme arrivano anche a livello nazionale, con il Veneto che mantiene la leadership tra le regioni, con il 20% circa del vino prodotto nel nostro paese. Bene anche Emilia Romagna e Puglia con percentuali intorno al 15% del vino nazionale. La Sicilia mantiene la quarta piazza, ma subisce una pesante flessione rispetto al 2015 (-15%), così come la Toscana e la Campania, che vede calare la propria produzione del 20%.

"Nonostante una primavera non proprio ottimale - ha detto soddisfatto il Presidente dell'Uiv, Antonio Rallo - l'Italia è riuscita a mantenere il primato di produzione, superando ampiamente Francia, Spagna, Germania e Portogallo. Nei primi cinque mesi del 2016, le esportazioni sono cresciute del 4% e questo ha permesso ai produttori di sopperire ad un calo relativo sul mercato nazionale. Basti pensare che, anche su un mercato come quello cinese, abbiamo avuto un +9% di esportazione in volumi e un +12% in termini di valore".

Altrettanto positiva la valutazione dei vertici di Ismea. "La leadership internazionale italiana nel vitivinicolo ormai è strutturale e consolidata - ha affermato Raffaele Borriello, Direttore Generale - e il settore sta evolvendo soprattutto in senso qualitativo. Il mantenimento di una simile portata di volumi è certamente importante, ma è necessario non perdere di vista l'aspetto qualitativo. I grossi investimenti sugli impianti, anche in anni di crisi, fanno prevedere una vendemmia di alto livello qualitativo, cosa che dovrebbe garantire al brand del vino italiano di rafforzarsi sui tutti mercati".

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