La Federal Reserve conferma i pronostici e mantiene invariati i tassi di interesse allo 0,25-0,50%, rinviando una nuova stretta ai mesi prossimi: quasi sicuramente entro l'anno. Una scelta presa a maggioranza: sette i voti a favore, tre quelli contrari a testimoniare una divergenza di vedute. Una notizia accolta dalla Borsa di Wall Street con un balzo in avanti. L'ultimo aumento dei tassi della Fed risale allo scorso dicembre, quando sono stati alzati di un quarto di punto.
"Le condizioni per un rialzo dei tassi si sono rafforzate" ma per il Comitato di politica monetaria (Fomc), esse "si evolveranno in un modo che garantisce solo graduali aumenti dei tassi, destinati a rimanere, per qualche tempo, al di sotto dei livelli che dovrebbero prevalere nel lungo periodo". Il percorso effettivo del costo del denaro tuttavia "dipenderà dalle prospettive economiche". Gli attuali dati sull'economia Usa - in termini di lavoro e di inflazione - non bastano per mettere fine a una politica accomodante sebbene la presidente Janet Yellen sottolinea che non si tratta di una mancanza di fiducia nei confronti dell'economia, quanto della scelta di attendere "ulteriori prove del progresso" su questi fronti.
Intanto, nell'aggiornare le previsioni economiche, i vertici della Fed hanno ridimensionato le stime di crescita di lungo periodo, scese all'1,8% dal 2% stimato lo scorso giugno. Nel secondo trimestre l'economia Usa è cresciuta solo dell'1,1%. Male anche sul fronte occupazionale: stimato un tasso di disoccupazione del 4,8% quest'anno, contro il 4,7% previsto tre mesi fa.
Per quanto riguarda l'inflazione si stima una revisione al ribasso all'1,3% per il 2016 (contro l'1,4% di giugno). L’obiettivo di un'inflazione al 2% è rimandato al 2018. L'outlook lascia infine presupporre solo una stretta nel 2016, due l'anno prossimo e tre ciascuno nel 2018 e 2019. La Fed sottolinea che la maggioranza dei suoi componenti è favorevole a un rialzo di un quarto di punto entro la fine dell'anno. Per il 2017 la Fed prevede due rialzi che dovrebbero portare i tassi Usa all'1,1%, contro l'1,6% previsto tre mesi fa e per il 2018 prevede altri tre ritocchi.