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Pil, Istat rivede crescita 2015: da +0,8% a +0,7%

23 settembre 2016 | 10.11
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Revisione al ribasso per l'andamento del Pil italiano nel 2015: il dato finale dell'Istat fissa la crescita a +0,7% rispetto alla stima preliminare dello 0,8% diffusa a marzo. Nel 2015, continua l'istituto, il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.642.444 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 6.072 milioni rispetto alla stima precedente.

L'Istat ha invece rivisto al rialzo il dato definitivo del Pil italiano nel 2014, che passa a una crescita dello 0,1% rispetto alla diminuzione di 0,3 punti percentuali stimata a marzo, grazie a una revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali. Alla base della modifica del dato del Pil 2014 - osserva l'Istat - la revisione al rialzo di 0,4 punti percentuali dei tassi di crescita per gli investimenti fissi lordi, di 1,7 punti percentuali per la spesa delle Isp e di 0,1 punti percentuali per le importazioni. Al contrario sono stati modificati al ribasso per 0,2 punti percentuali sia i dati delle esportazioni che della spesa delle famiglie. "Questa revisione al rialzo del 2014 è importante perché dimostra un leggero rialzo nel 2014 e anticipa il punto di svolta rendendo più coerente il nostro quarto con quello europeo", commenta il presidente dell'istituto di statistica Giorgio Alleva.

Sul fronte dei conti pubblici, l'Istat certifica che il deficit 2015 è stato pari in valore assoluto a -42,93 miliardi di euro, in miglioramento rispetto ai 48,48 dell’anno precedente. Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle Amministrazioni pubbliche) è positivo e pari a 19,528 miliardi di euro, a fronte dei 4.642 milioni del 2014. Il miglioramento - spiega l'Istat - deriva da un aumento delle entrate correnti di 9,7 miliardi di euro e da una diminuzione delle uscite correnti al lordo degli interessi di 5,2 miliardi.

Quanto alle famiglie, nel 2015 alla luce di un reddito lordo disponibile delle famiglie italiane cresciuto dello 0,9% sia in valore nominale, sia in termini di potere d’acquisto, la spesa per consumi finali è cresciuta dell’1,5%. L'Istat sottolinea come questo andamento abbia determinato un calo di 0,6 punti percentuali della propensione al risparmio (ovvero il rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile), che è scesa all’8,3%, dall’8,9% del 2014. In leggerissima ripresa (+0,6%) gli investimenti delle famiglie in abitazioni , un dato che ha interrotto la tendenza alla riduzione degli ultimi anni.

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