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Def, Padoan assicura: "Non sarà una manovra elettorale"

29 settembre 2016 | 17.41
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Nessuna manovra elettorale: la nuova legge di Bilancio focalizzerà gli interventi sulla crescita e le fasce deboli. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan replica ai detrattori della politica economica del governo prefigurata con il Def e insiste sugli obiettivi della prossima Finanziaria. "Questa è una manovra in linea con quelle precedenti, in assoluta coerenza, non c'è niente di pre o post elettorale, c'è l'interesse del Paese, il sostegno alla crescita e al lavoro", sottolinea il titolare di Via XX settembre intervistato al Gr Rai, dopo il varo della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza su cui verrà impostata la nuova Legge di Bilancio.

Sul fronte del deficit, che secondo le ultime stime del governo sarà al 2% del pil nel 2017 ma salirebbe al 2,4% in sede di manovra (7,7 mld di euro in più) se la Ue concederà le attenuanti per le circostanze eccezionali (emergenza migranti e sisma in centro Italia), Padoan ribadisce che "lo propone il Governo e lo approva il Parlamento, con Bruxelles ovviamente c'è, visti i legami anche istituzionali in Europa, un dialogo continuo una verifica della coerenza del comportamento dei Paesi con le regole europee". Nello specifico le risorse da destinare alla ricostruzione e alla messa in sicurezza post terremoto "non sono ancora state chiarite" ma saranno incluse entro il margine dello 0,4%, riferisce il ministro. Ma anche con la flessibilità il governo si muove entro un sentiero stretto a causa della crescita rivista al ribasso. Da qui, la scelta di puntare su "un utilizzo delle risorse in modo selettivo e mirato a crescita, con misure di sostegno a investimenti che hanno già funzionato" e interventi per le fasce deboli, dal pacchetto Industria 4.0 per le imprese all'intervento in favore delle pensioni minime, tra gli altri.

Sull'entità complessiva della manovra Padoan però non si sbilancia. "Gli ordini di grandezza - dice - saranno precisati con la Legge di Bilancio perché dipendono dalle singole misure". Ma a occhio e croce, secondo il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Francesco Boccia, quella che prenderà forma nel mese di ottobre dovrebbe essere una Finanziaria 'leggera', inferiore ai 25 mld di euro, 15 mld per neutralizzare le clausole di salvaguardia e 7 per le misure in cantiere. "La Nota presuppone una manovra 'light', con il grosso delle scelte che slittano al 2018 e 2019. Una manovra di manutenzione, esorto Padoan ad avere più coraggio", afferma il parlamentare Pd.

La Nota al Def passa adesso al vaglio del Parlamento, che dovrà autorizzare uno scostamento del deficit-pil 2017 di 0,4 punti percentuali, portandolo al 2,4%. "Il Governo richiede al Parlamento l’autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del Pil per il prossimo anno. In tal caso, l’indebitamento netto potrà pertanto ulteriormente aumentare nel 2017 per un importo massimo di 7,7 miliardi di euro", si legge nella Relazione al Parlamento che accompagna la Nota. "Una correzione del deficit strutturale nel 2017 sarebbe controproducente", aggiunge il governo, rinviando l'intervento al biennio successivo e confermando l'impegno al pareggio di bilancio al 2019. Inoltre l'esecutivo "si impegna ad assicurare la ripresa del percorso di convergenza verso il proprio Obiettivo di Medio Periodo già dal 2018, prevedendo una riduzione del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali di Pil".

Il pareggio di bilancio in termini strutturali verrebbe sostanzialmente conseguito nel 2019, come previsto nel Def 2016 dello scorso aprile. Il disavanzo strutturale calcolato secondo la metodologia dell’Unione Europea scenderebbe infatti dall’1,2 percento del 2016 allo 0,7 percento nel 2018 e quindi allo 0,2 nel 2019. Quanto al lavoro delle Camere, parte lunedì il ciclo di audizioni sulla Nota al Def, per poi approdare in Aula per il voto finale l'11 ottobre. In attesa dell'approvazione definitiva della Nota da parte delle Camere il governo dovrà definire la manovra per il via libera in Consiglio dei ministri non oltre il 15 ottobre.

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