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Olio, crolla la produzione e volano i prezzi

29 settembre 2016 | 11.41
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Prezzi dell'olio in rialzo alla luce di un crollo del 38% della produzione di olio di oliva in Italia che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea/Unaprol presentati alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze in Toscana con la mobilitazione di migliaia di agricoltori che contestano concorrenza sleale, speculazioni, mancanza di trasparenza in etichetta, truffe e inganni.

Un andamento che - sottolinea la Coldiretti - si riflette sulla produzione a livello mondiale dove si prevede una storica carestia dei raccolti per effetto del crollo della produzione anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20%) e in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%) mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l'anno scorso. In controtendenza la Turchia che aumenta la produzione del 33% per un totale di 190 milioni di chili.

Il risultato è una previsione di produzione mondiale a 2,785 miliardi di chili in calo del 9%, con conseguenti tensioni sui prezzi che si prevedono in forte rialzo per effetto della corsa all’acquisto dell’olio nuovo. I cambiamenti - spiega la Coldiretti - si faranno sentire sul carrello della spesa soprattutto in Italia dove i consumi di olio di oliva a persona sono attorno ai 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica.

I prezzi alla borsa merci di Bari, che è la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento - precisa la Coldiretti - con un balzo nell’ultima settimana del 14% per l’extravergine rispetto all’inizio dell’anno.

Le previsioni Ismea/Unaprol - che classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2016/17 - indicano che la Puglia si conferma essere la principale regione di produzione nonostante il calo, mentre al secondo posto si trova la Calabria con una riduzione della produzione inferiore alla media nazionale e sul gradino più basso del podio si trova la Sicilia dove il taglio dovrebbe essere più marcato a causa delle condizioni meteorologiche primaverili che hanno causato perdite in fioritura. Complessivamente - precisa Coldiretti - nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al Nord di appena il 10% mentre al Centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione.

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