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Tagli al welfare colpiscono sprechi? Sei italiani su 10 dicono sì

10 novembre 2016 | 12.10
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Gli italiani considerano essenziale il welfare per la coesione sociale e lo sviluppo, ma le difficoltà economiche hanno modificato lo scenario e cambiato la percezione dei cittadini riguardo determinati aspetti della spesa sociale.

Infatti, sono sempre meno tollerati inefficienze, sprechi, comportamenti opportunistici, tanto più in un ambito che dispone di risorse pubbliche sempre più scarse e dovrebbe garantire il massimo della trasparenza nell’utilizzo delle risorse. Lo indicano i dati dell’ultimo paper realizzato dal Censis in collaborazione con il Forum Ania-Consumatori. Tra i cittadini prevale l’opinione che in passato il welfare sia stato troppo generoso e che questo aspetto sia stato una delle cause della crisi (50,6%). Anche per questo motivo il 58,1% dei cittadini è convinto che molti dei tagli sinora operati nel welfare siano stati utili, colpendo sprechi e inefficienze. I cittadini esprimono pertanto consenso a una logica razionale della politica economica: sì ai tagli che sanno colpire sprechi e inefficienze; no ai tagli lineari, ciechi, indiscriminati.

Per il 71,4% degli italiani ci sono troppi sprechi in sanità, con il 19% convinto che alcuni accertamenti diagnostici e/o visite specialistiche a loro prescritti siano stati inutili. Il 71,3% ritiene ci siano sprechi nell’assistenza sociale (ad esempio pensioni d'invalidità ingiustificate). Inoltre, l’86,8% conosce persone che godono di prestazioni a cui non hanno diritto. E’ il quadro di un welfare in cui i cittadini “si arrangiano”: in un anno, 13,5 milioni di italiani dichiarano di aver saltato la lista di attesa ricorrendo a conoscenze, amicizie, raccomandazioni oppure facendo regali o pagando.

Il quadro delineato mette in luce un sistema con evidenti elementi di opacità che favoriscono comportamenti opportunistici e uso inappropriato delle risorse. Per questo per la maggioranza degli italiani è urgente e necessaria la trasparenza nel welfare: l’81,5% dei cittadini valuta infatti positivamente la possibilità di avere una comunicazione trasparente dei costi delle proprie prestazioni sanitarie.

In particolare, oltre il 34,8% motiva la necessità di una comunicazione trasparente con il fatto che in questo modo tutti si renderebbero conto di cosa servono le tasse e la spesa pubblica; il 28,8% perché si potrebbero confrontare i costi di prestazioni uguali in strutture diverse, limitando gli sprechi; il 17,9% perché si potrebbe confrontare il costo della prestazione con la qualità del servizio, continua il Censis.

“Trasparenza -ha commentato Pier Ugo Andreini, Presidente del Forum Ania-Consumatori- significa chiarezza nei costi, nei ruoli e soprattutto nelle aspettative. Il welfare è un patto sociale tra cittadini finalizzato a proteggere il proprio benessere e a tutelare il futuro proprio e spesso anche dei figli. Come tutti i patti, il principio di trasparenza nelle informazioni e di eticità nei comportamenti è fondamentale per il suo buon funzionamento. Assicuratori e Consumatori del Forum auspicano un effettivo impegno delle istituzioni a fornire ai cittadini informazioni tempestive, complete, semplici e trasparenti in materia di welfare, a partire dalla previdenza pensionistica.”

“Il welfare italiano è stato da sempre piattaforma di sicurezza per le famiglie, garantendo le spalle coperte. Questo il suo significato più importante e questa la sua principale funzione oggi -ha sottolineato Giuseppe De Rita, presidente del Censis-. Se le famiglie come soggetto di welfare garantiscono risposte mirate e quotidiane ai bisogni sociali, è importante metterle nelle condizioni di capire chi, dove, in che modo, con quali risorse possono sostenerle. La trasparenza nell’uso delle risorse non è una clava contro il welfare, ma uno strumento per renderlo migliore”.

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