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Conti pubblici, debito in calo a settembre

15 novembre 2016 | 10.42
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A settembre il debito delle Amministrazioni pubbliche si è attestato a 2.212,6 miliardi, in diminuzione di 12,1 miliardi rispetto al mese precedente. Lo rileva la Banca d'Italia nel Supplemento al Bollettino Statistico 'Finanza pubblica, fabbisogno e debito'.

Il fabbisogno del mese (15,2 miliardi) è stato più che compensato dalla diminuzione (25,3 miliardi) delle disponibilità liquide del Tesoro (risultate pari a 39,3 miliardi alla fine di settembre) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (1,9 miliardi).

Con riferimento ai sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è diminuito di 12,4 miliardi, quello delle amministrazioni locali è aumentato di 0,4 miliardi e il debito degli Enti di previdenza è diminuito di 0,1 miliardi.

Nei primi nove mesi del 2016, il debito della pa è aumentato di 39,9 miliardi. L’incremento riflette il fabbisogno (42,3 miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (3,6 miliardi); in senso opposto ha operato - per 6,0 miliardi - l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del tasso di cambio.

Inoltre, sempre a settembre, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 32 miliardi (30,2 nello stesso mese del 2015); nei primi nove mesi sono state pari a 302 miliardi, in crescita del 4,6% (13,2) su anno.

Tale dinamica, spiega la Banca d'Italia, è stata in parte sospinta da alcune disomogeneità contabili e temporali (riguardanti principalmente Iva, ritenute Irpef, canone Rai e l’imposta di bollo virtuale).

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