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Referendum, Bankitalia: "Attese forti turbolenze sui mercati"

18 novembre 2016 | 15.23
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(Fotogramma)
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In coincidenza con il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre Bankitalia segnala un "forte aumento della volatilità attesa per il mercato italiano". E' quanto emerge dal Rapporto sulla Stabilità Finanziaria della Banca d'Italia, appena diffuso. Il tutto in uno scenario che già evidenzia un differenziale "elevato fra la volatilità implicita del mercato italiano e quello dell'area dell'euro". Via Nazionale evidenzia poi come "i rischi legati alla crescita mondiale rimangono elevati". E se "nell'area dell'euro le tensioni sono contenute" dalla politica della Bce dopo il voto negli Usa "i rendimenti obbligazionari sono aumentati" in tutte le economie avanzate" mentre "lo spread sui titoli pubblici italiani è salito".

Sul delicato fronte delle banche italiane, Via Nazionale evidenzia come "prosegue il miglioramento della qualità del credito" mentre calano sia i flussi di crediti deteriorati (scesi al 2,6% dei crediti totali rispetto al 3,3% di fine 2015) che le consistenze nette, passate al 10,4% contro il 10,9% di fine 2015. Si tratta anche di politiche di offerta di credito delle banche italiane che "rimangono prudenti: l’erogazione di nuovi prestiti è limitata alle famiglie e alle imprese con gli indicatori di rischiosità migliori".

Da Via Nazionale non si nascondono le problematiche dei nostri istituti che restano esposti a choc di origine interna o internazionale, "con effetti sui mercati dei capitali e sulla crescita economica". La Banca d'Italia evidenzia come siano "fonte di incertezza importanti iniziative regolamentari internazionali in corso di completamento, come la riforma sui requisiti prudenziali (Basilea 3), l’introduzione di quelli necessari per assorbire le perdite in caso di risoluzione e l’entrata in vigore nel 2018 del nuovo standard contabile sulla valutazione degli strumenti finanziari".

Per Bankitalia "nell’attuazione di queste misure – così come negli interventi di vigilanza mirati a ridurre l’incidenza degli attivi deteriorati – si dovrà tenere conto, oltre che dei benefici attesi di lungo termine, dei loro costi di breve periodo".

Le banche italiane, peraltro, devono fare i conti con una redditività che nei primi sei mesi del 2016 si è dimezzata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, scendendo al 2,5% mentre il risultato di gestione si è ridotto di circa un quarto. Ma su questo dato - sottolinea Via Nazionale - pesano alcuni costi di natura straordinaria senza i quali il risultato di gestione di sarebbe ridotto di circa un quinto.

Un accenno diretto infine alla situazione di Montepaschi, il cui nuovo piano - osserva Palazzo Koch - "è complesso e coinvolge diversi attori" con rischi di attuazione che "derivano principalmente dall’elevata volatilità che ha di recente caratterizzato i mercati azionari". Peraltro da via Nazionale si segnala come il risultato di Montepaschi in materia di CET1 ratio emerso negli ultimi stress test "dipende in larga misura da alcune assunzioni metodologiche adottate nell’esercizio, che mal si adatta a un intermediario per il quale è in corso una profonda ristrutturazione".

Buone notizie infine dal settore immobiliare con compravendite in aumento e prezzi che hanno fermato la discesa, un miglioramento che "riduce la vulnerabilità delle banche".

RENZI - "E' fisiologico che in presenza di una possibile novità politica, quale essa sia, vi sia una fibrillazione maggiore dei mercati. Succede sempre, lo considero un fatto naturale". Lo ha detto Matteo Renzi parlando dell'allarme di Bankitalia sulle conseguenze del referendum.

"Personalmente reputo ovvio l'assioma: si fanno le riforme e il Pil va su, non si fanno le riforme lo spread va su - ha spiegato il premier - Con le riforme sale il Pil, senza sale lo spread. Il compito di chi sostiene la campagna per il sì non è quello di giocare questa carta, quella della paura su cosa accadrà. Ma riempire di motivazioni le regioni del sì. Non è la carta che intendiamo giocare politicamente".

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