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Famiglie e aziende, quando il fondatore torna al comando

21 novembre 2016 | 11.49
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Leonardo Del Vecchio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Leonardo Del Vecchio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio , lo ha deciso lo scorso gennaio, acquistando azioni per 38,6 milioni di euro. Tornando alla guida della sua azienda. "La mia decisione di assumere deleghe operative e dare un contributo più attivo al management deriva dalla consapevolezza che in questo nuovo scenario di mercato e per accelerare l'evoluzione in corso nell'area Mercati ci vuole un rinnovato spirito imprenditoriale" aveva detto dopo il cda in cui aveva assunto le deleghe di Adil Kahn, amministratore delegato Mercati del gruppo di Agordo.

Neanche un mese fa, a 78 anni, un altro fondatore è tornato a guidare il proprio gruppo: Ratan Tata. Si tratta del "maggior gruppo mondiale degli occhiali (Luxottica) per Del Vecchio" e del "più grande gruppo indiano". E "non sono gli unici", sottolinea un articolo pubblicato su 'Corriere Economia'.

Come mai questo ritorno? "Si tende a dare sempre più importanza ai manager che gestiscono le società - afferma Del Vecchio - ma ciò che conta veramente sono le idee, la visione imprenditoriale, la capacità di guardare lontano e proiettare l'azienda in avanti. È questo che trasforma un'azienda in una realtà di successo, leader dei mercati".

E ancora: "Il manager si concentra sulle tecniche di gestione e sulla sofisticazione delle organizzazioni e a volte si dimentica di chiedersi semplicemente se il prodotto che fa è buono o cattivo, se lo si può fare meglio o diverso, se c’è un modo migliore di servire i clienti o di parlare con loro" dice il presidente esecutivo di Luxottica, che sottolinea: "Queste sono le domande che mi ponevo cinquant’anni fa senza aver studiato e aver fatto l'università e sono le stesse che pongo ogni giorno ai miei manager in azienda".

E aggiunge: "L'Italia dovrebbe credere di più nel talento dei suoi imprenditori, un patrimonio di idee e di capacità di innovazione che gli stranieri ci invidiano e sono costretti a venire a comperare da noi". Tutti accomunati da una caratteristica, evidenzia Del Vecchio: "Per me come per tanti altri imprenditori, siamo qui perché amiamo le aziende che abbiamo costruito".

E tra le varie aziende familiari, eccellenze italiane (i cosiddetti 'benchmark'), vanno ricordate la Giorgio Armani, la Nice, società di elettronica e automazione quotata fondata da Lauro Buoro, e la Umbra Cuscinetti (guidata da Antonio Baldaccini) che opera nel settore della meccanica di precisione.

E ancora: la Brembo di Alberto Bombassei, la Betty Blue di Elisabetta Franchi, la Campari presieduta da Luca Garavoglia e la Branca guidata da Niccolò Branca o la Chimet di Arezzo, leader nel settore del recupero e della raffinazione dei metalli preziosi. Anche queste sono tra le 200 imprese che l'Osservatorio Aub (Aidaf, Unicredit, Bocconi) sulle aziende familiari italiane ha individuato come benchmark, eccellenti.

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