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Giochi: Associazione antiriciclaggio, gioco online e usura problemi maggiori

22 novembre 2016 | 17.29
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"Il settore dei giochi è sempre più gravato da presenze criminali, ma non è colpa solo di qualche esercente corrotto o costretto con la forza". Lo spiega Ranieri Razzante, Presidente Aira-Associazione italiana responsabili antiriciclaggio e docente di Legislazione antiriciclaggio all’Universita di Bologna, intervenendo al workshop di Codere, multinazionale leader nel settore del gioco, sul gioco responsabile, in corso a Bologna.

"La principale difficoltà – prosegue Razzante - è l’assenza di una legislazione penale all’altezza e di un coinvolgimento dei big players del settore, visti spesso solo come produttori di illegalità e non come veicoli di messaggi antimafia e di collaboratori nella prevenzione".

Razzante ha posto l’accento soprattutto sulle attività della criminalità organizzata che gravitano intorno alle sale da gioco e sul gioco on-line, nuova frontiera dell’illegalità. "Il vero problema – sottolinea Razzanti - arriva dall’on line dove c’è un’operatività in totale assenza regole e si può giocare da casa. Ci dobbiamo concentrare su questo. Ai ragazzi dico: Attenti a internet, è un grande deposito di schifezze. Tantissimi attentati terroristici sono finanziati attraverso internet". 

"Il gioco – prosegue - frutta parecchi miliardi di euro alla criminalità organizzata che lucra anche su alcol e sigarette. Lo spostamento di un locale dove si gioca di 100 o più metri non distoglie dal delinquere la criminalità o un giocatore dal giocare. E’ giusto, però, giocare in modo responsabile. Possano giocare persone accanto a noi che non hanno interesse a rovinarci e possono aiutare a giocare in modo responsabile. Allo stesso tempo, però, il grande problema legato al gioco d’azzardo è l’usura. Il discorso dell’ usura è stato sottovalutato e nella relazione Antimafia non ce n’è traccia". 

"L’usura non è un gioco e il gioco non è usura – sottolinea Razzanti -. Però, se dal gioco perdi ed esci dall’usura non esci più . Spesso, insospettabili padri o madri di famiglia o lo stesso gestore prestano soldi a chi perde, anche più volte, ma poi li rivogliono con interessi non certo bancari. E’ una spirale da cui non si esce. Se si smette di giocare bisogna fermarsi e non accettare soldi da nessuno". 

"C’è un giro di usura intorno alle sale giochi – lancia l’allarme Razzanti - che inizia ad essere assai preoccupante. Paga uno solo ma la criminalità guadagna tre volte tanto. In primo luogo perché si piazza sul territorio, crea un avamposto; in secondo luogoperchè trova un luogo dove poter riciclare denaro sporco e, infine, perchè si appropria di una postazione privilegiata per esercitare l’ usura, prestando soldi a chi perde. L’abusiva concessione di credito, infatti, si accompagna sempre all’ usura. Il gioco non è il demonio ma ha intorno questo tipo di realtà".

"Lo Stato – spiega Razzante - ha storicamente delle concessioni: alcool, tabacco e gioco che, di per sè, non fanno male. Se approcciamo il gioco, dobbiamo sapere che possiamo vincere o perdere. Ci dobbiamo preoccupare, però, se vinciamo o perdiamo troppo. Se si vince tanto, infatti, si può essere tentati allo stesso modo che se si perde tanto di entrare in un meccanismo perverso".

"Giocare – sottolinea Razzante - non è vietato nè illegale se approcciato in modo corretto e sicuro, un discorso che vale anche per l’alcol o il tabacco che non sono illegali".

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