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Referendum, Gros: "Nessun rischio default ma subito elezioni"

05 dicembre 2016 | 13.42
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L'Italia non corre alcun rischio di "crollo", di default, ma bisogna ridurre al minimo la fase di instabilità politica convocando al più presto le "elezioni". E' l'analisi fatta con l'Adnkronos dal direttore del Ceps Daniel Gros all'indomani della sconfitta del premier Renzi con la vittoria del no al referendum sulla riforma costituzionale.

Attento conoscitore dell'Italia, dove ha peraltro conseguito la laurea, l'economista tedesco premette che "oggi la situazione economica del paese non è critica, manca la crescita ma non c'è nessun pericolo di crollo o di crisi economica imminente". Ma "i problemi di fondo del'Italia sono sempre gli stessi", avverte, sollecitando "coloro che dicono che serve una politica alternativa a indicare cosa intendono fare". L'Italia deve attuare riforme profonde e su questo il bilancio dell'economista sul governo Renzi è tiepido. "Tranne il Jobs act - incalza il direttore del Ceps - Renzi ha fatto poche riforme vere e importanti, e soprattuto non ha fatto quella cruciale di applicare tutte quelle regole che già esistono in modo efficace. In primis lo snellimento delle procedure della giustizia che vanno rese più celeri. Non servono nuove leggi, ma serve l'applicazione di quelle esistenti con un occhio alla gestione quotidiana della macchina pubblica". Questo, ammonisce, "non è né di destra, né di sinistra, è solo questione di buon governo".

La tabella di marcia indicata dall'esperto nel breve termine passa per il voto. "Il paese dovrebbe chiarire subito il quadro politico con le elezioni anticipate per mettere così i nuovi eletti davvero davanti alle loro responsabilità", dice giudicando controproducente affidare nell'attesa l'interim al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Sarebbe pericoloso affidare la guida del paese, anche se temporaneamente, a chi ha perso. Chi ha votano 'no' - osserva - non vuole continuità e disattendere il messaggio che arriva dalle urne potrebbe essere pericoloso". Quindi, conclude, "meglio che resti in carica il governo dimissionario fino al voto", purché si vada alle urne in tempi brevi.

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