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Dieselgate, Ue pronta a verifiche in Europa

13 gennaio 2017 | 12.55
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(AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)
(AFP PHOTO) - (AFP PHOTO)

La Enviromental Protection Agency statunitense, "con la quale siamo in costante contatto, ci ha informati delle accuse secondo le quali per alcuni camion e suv diesel Fca venduti negli Usa" la casa produttrice "non ha fornito alle autorità americane la completa descrizione della strategia di controllo delle emissioni durante il processo di certificazione. Si tratta di una insufficiente disclosure sulla strategia, la parola 'defeat devices' non è stata usata finora. Ciò nonostante, le accuse sono preoccupanti: lavoreremo con le autorità degli Stati nazionali e con Fiat per appurare i fatti e le potenziali implicazioni per i veicoli venduti nell'Ue". Lo ha detto la portavoce della Commissione europea Lucia Caudet, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, a proposito delle accuse a Fca formulate dalla Epa negli Stati Uniti.

"Secondo l'ordinamento attuale - ha aggiunto la Caudet - sono gli Stati membri gli unici responsabili per la certificazione delle automobili e per l'autorizzazione all'immissione sul mercato. Se c'è un problema, è l'autorità che ha certificato l'auto o il modello l'unica che può agire".

La Caudet ha quindi fatto riferimento ad un caso già noto e tornato d'attualità alla luce delle accuse formulate dalla Epa: le contestazioni avanzate della Kba (Krafthart Bundesamt), l'autorità federale dei Trasporti della Germania, circa la compatibilità di un'auto del gruppo Fca con le normative europee. "In quel contesto - ha spiegato la portavoce - la Germania ha sollevato serie preoccupazioni circa la compatibilità di un modello di Fiat con la legislazione Ue sulle emissioni degli autoveicoli, cosa che le autorità italiane che hanno certificato il modello, contestano". Il modello in questione è la Fiat 500 X nella versione con motore diesel.

"Nell'ambito di quel quadro regolatorio - ha continuato la Caudet - la Germania ha chiesto alla Commissione di intervenire, in quello che si chiama processo di mediazione. Si tratta di uno sforzo da parte della Commissione volto a favorire un accordo tra le parti. Abbiamo ripetutamente chiesto alle autorità italiane di fornire spiegazioni convincenti e ora non abbiamo più tempo, perché vogliamo concludere questi colloqui sulla compatibilità" del modello "Fiat con le leggi Ue molto presto".

Tuttavia, ha spiegato ancora la portavoce, i poteri della Commissione in questo campo sono ridotti: "Stiamo facendo tutto quello che possiamo fare, che è parlare alle parti coinvolte, chiedere tutte le informazioni possibili, compiere il nostro mandato investigativo, che è molto limitato. Come sempre, nell'attuale ordinamento, i nostri poteri diretti di enforcement sono molto limitati, per non dire inesistenti. La nostra unica leva, essendo i guardiani dei trattati, sono possibili azioni nei confronti degli Stati membri, se riteniamo che la legge comunitaria non venga applicata correttamente".

"Ma non c'è possibilità di agire direttamente nei confronti della casa costruttrice - ha chiarito - vorrei ricordare che stiamo per arrivare ad un anno dalla presentazione della nostra proposta avanzata, nello scorso gennaio, alla luce dello scandalo delle emissioni Volkswagen, volta a rivoluzionare completamente il sistema di come le auto vengono certificate nell'Ue, a introdurre una maggiore indipendenza nei test e, tra le altre cose, anche una maggiore vigilanza europea, con una maggiore possibilità di agire per la Commissione, inclusa la possibilità di comminare sanzioni fino a 30mila euro per auto, sia al costruttore che ai servizi tecnici". E ha concluso la Caudet "quando dico un anno su una cosa così importante, rivolgo un chiaro invito al Parlamento Europeo e al Consiglio ad adottare la nostra proposta rapidamente".

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