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Terremoto, De Micheli: "Soldi per ricostruzione ci sono"

24 gennaio 2017 | 12.24
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Palazzi di Visso colpiti dal terremoto (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Palazzi di Visso colpiti dal terremoto (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Il governo sta studiando "soluzioni concrete" per accelerare l'utilizzo delle risorse per la ricostruzione post terremoto, garantendo rapidità e trasparenza: "I soldi ci sono. Ci dobbiamo concentrare ora sulla rapidità per spenderli". Così all'AdnKronos il sottosegretario al Tesoro, Paola De Micheli, con delega sul terremoto.

I 30 milioni stanziati all'ultimo Cdm dopo il sisma dei giorni scorsi che ha provocato la tragica slavina sull'Hotel Rigopiano, "sono di prima emergenza. E se ci sarà bisogno di più, il Fondo per le emergenze nazionali è assolutamente capiente" afferma De Micheli, senza sbilanciarsi sull'entità dell'intervento. "Le risorse per la ricostruzione le stanzieremo quando avremo chiara l'entità dei danni aggiuntivi. Ma mi deve credere - ribadisce - le norme in vigore confermano che i soldi ci sono per intervenire. Ci dobbiamo concentrare ora sulla rapidità per spenderli".

Sulle polemiche per la ricostruzione post sisma del 24 agosto scorso, De Micheli conferma che "ci sono e sono oltre 7 miliardi nel pluriennale". Ma resta sul tavolo la necessità di conciliare le istanze inderogabili della trasparenza e della rapidità: "E' quello sul quale stiamo lavorando in queste ore" sottolinea. E questo perché, "mentre le procedure per le ricostruzioni private sono già state testate positivamente su altri terremoti, occorre accelerare quelle per le ricostruzioni pubbliche, soggette a codice degli appalti".

De Micheli spiega infatti che "esiste già una norma nel codice che consente in emergenza procedure semplificate, ma dobbiamo renderla ancora più utilizzabile per le amministrazioni e soprattutto per chi personalmente si assume le responsabilità potenziando al massimo la trasparenza. Il perimetro di azione è questo". Ma, avverte, "occorre essere realisti. Le continue scosse sopra la magnitudo 5 ci obbligano a rifare molte verifiche di agibilità spesso su immobili già verificati nei due precedenti sismi (agosto e ottobre 2016). Possiamo aumentare il numero di squadre di certificatori, ma per fare bene le verifiche hanno bisogno comunque di qualche tempo e ora qui territori sono sotto la neve".

Sulla necessità di superare le strozzature burocratiche e lavorare tutti insieme per risollevare le zone colpite, il sottosegretario spiega che si useranno anche "gli insegnamenti delle gestioni dei terremoti passati, seppur molto differenti da quelli del Centro Italia. Sia per affrontare la questione delle responsabilità, stazioni appaltanti, sia nelle modalità, gare, affidamenti diretti. Il passato ci dice che non tutti possono appaltare perché si disperdono energie, risorse e tempo, e che non tutte le procedure tutelano le responsabilità di chi le attua e garantiscono la trasparenza necessaria. Stiamo studiando soluzioni concrete che stiano dentro a questi confini, imparando dal passato".

Quanto al tema della messa in sicurezza delle zone a rischio e della richiesta di flessibilità all'Ue, in questi 3 anni "abbiamo stanziato risorse che non sono ancora utilizzate. Non abbiamo chiesto flessibilità per questo all'Europa, la vogliamo per ricostruire" spiega. Ma, aggiunge, "chiediamo a tutti i soggetti istituzionali di predisporre tutti i progetti necessari per intervenire". Nell'ultima legge di bilancio, ricorda, "abbiamo ulteriormente rafforzato le dotazioni finanziarie" predisponendo: un super fondo per la prevenzione strutturale del Paese con 47,5 miliardi di euro per gli anni 2017-2032; 7 miliardi per i terremoti del Centro Italia; 9,8 miliardi contro il dissesto idrogeologico; 11,6 miliardi di incentivi ai privati per ristrutturazioni antisismiche e di efficienza energetica.

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