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Consumatori sul piede di guerra: "No ad aumento accise carburanti"

02 febbraio 2017 | 13.05
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"Come sempre, quando il Governo non sa dove reperire rapidamente e facilmente risorse per esigenze di bilancio, si attinge dal 'Pozzo di San Patrizio' delle accise sulla benzina". Ad affermarlo in una nota congiunta sono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, riferendosi alla lettera inviata ieri dal Governo italiano alla Commissione Ue.

"Un modo come un altro - sottolineano le due associazioni dei consumatori - per determinare ricadute pesanti non solo sulle tasche dei cittadini ma anche, in termini generali, sull’intero sistema economico. Basti pensare al trasporto dei beni di consumo, che avviene per l’86% su gomma. È evidente che attingere risorse dalle accise si traduce in un’operazione depressiva, con ricadute dirette ed indirette per i cittadini". E sottolineano che "è indispensabile non aumentare di nemmeno un centesimo le accise". Il Paese, rilevano Trefiletti e Lannutti, "non ha bisogno di nuove misure recessive.

CODACONS - Anche il Codacons si dice pronto alla battaglia contro l’ennesimo ritocco al rialzo della tassazione sui carburanti: "Gli automobilisti italiani - denuncia il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi - sono senza dubbio la categoria più tartassata d’Europa". Negli ultimi anni i governi di ogni colore politico, rileva, "hanno fatto un uso intensivo delle accise sui carburanti per reperire risorse, tasse di scopo che vengono adottate per risolvere emergenze del momento ma che non vengono più soppresse, continuando a pesare per sempre sulle tasche degli italiani".

E che gli automobilisti siano utilizzati come veri e propri 'sportelli bancomat', sottolinea Rienzi, "lo dimostrano i numeri: tra il 2011 e il 2016 le accise sulla benzina sono aumentate complessivamente del +29% mentre quelle sul gasolio sono rincarate addirittura del +46%; percentuali che salgono rispettivamente al +31% e +48% se si considera l’aumento dell’aliquota Iva dal 20 al 22%".

CGIA DI MESTRE - Anche la Cgia di Mestre si dice "contraria all’eventuale aumento delle accise sui carburanti ipotizzato in queste ore dal Governo", ricordando in una nota che dal 2011 ad oggi ci sono stati 7 rincari che hanno fatto impennare del 29% le accise sulla benzina e addirittura del 46% per quelle applicate sul gasolio da autotrazione. "Attualmente, a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci rechiamo presso un'area di servizio versiamo al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio", sottolinea l'organizzazione.

"Ricordiamo che l’aumento delle accise - commenta il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo - innescherebbe il meccanismo delle tasse sulle tasse. Ritoccandole all’insù, infatti, le accise andrebbero ad aumentare la base imponibile su cui si applica l’Iva. Per le casse dello Stato si tradurrebbe in un doppio vantaggio che, però, penalizzerebbe oltremodo gli automobilisti e gli operatori economici che usano i mezzi di trasporto per lavoro, come i trasportatori, i taxisti, i noleggiatori con conducente, gli agenti di commercio, gli idraulici, gli elettricisti e tante altre categorie artigiane".

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