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Space economy driver per sviluppo. Calenda: "Pronti 500 mln di investimenti"

07 febbraio 2017 | 17.32
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Il ministro Carlo Calenda - FOTOGRAMMA
Il ministro Carlo Calenda - FOTOGRAMMA

Sono numeri importanti quelli che declina la Space Economy italiana che conta su "un fatturato da 1,6 miliardi di euro" e "impiega oltre 6mila addetti". E se a questi numeri si sommano "le partecipazioni a programmi internazionali" e "l'indotto che si genera dalle attività industriali" per lo spazio, il bilancio porta a confermare che per "ogni euro investito per le missioni in orbita se ne generano da 3 a 5 euro" in base al settore spaziale di riferimento. Dunque la space economy può a ragione essere considerata un "potente driver di sviluppo economico e di conoscenza". Ma "serve una strategia unitaria". Visione che Formiche e Airpress hanno voluto concretizzare, mettendo oggi insieme, al Centro Studi Americani di Roma, per un confronto sulla "Space Economy" nazionale, il titolare del Mise Carlo Calenda, e la titolare del Miur Valeria Fedeli, con il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, ed il coordinatore dell'Autorità nazionale responsabile per il Prs (Public Regulated Service) del Programma Galileo, Paolo Puri.

V edere "il Mise ed il Miur allo stesso tavolo per affrontare le strategie delle attività spaziali italiane è una rivoluzione epocale" ha commentato la ministra dell'Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli, parlando con l'Adnkronos a margine dell'incontro moderato dalla giornalista Maria Latella. Mentre dal responsabile dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è arrivata un'altra conferma dell'interesse del Governo a spingere il settore spaziale.

"Abbiamo già pronti fondi per 500milioni di euro che metteranno in moto 1 miliardo di euro di investimenti per le industrie" e "la nostra time line" per l'assegnazione - 360 milioni stanziati dal Cipe nel 2016, più i 140 milioni dalle Regioni - "è a otto mesi da oggi" ha evidenziato Calenda. Fedeli e Calenda hanno quindi intrecciato le proprie strategie e policy con i Ceo delle più importanti realtà italiane industriali dell'aerospazio: l'ad di Avio, Giulio Ranzo, di Thales Alenia Space Italia, Donato Amoroso, e di Telespazio, Luigi Pasquali, direttore del settore Spazio di Leonardo. Dunque un territorio tutto da arare quello della Space Economy nazionale. "Bisogna però fare sistema per affrontare la competizione internazionale", ha segnalato il presidente dell'Asi, Roberto Battiston, aperta da "imprenditori visionari come Elon Musk o come Richard Branson".

"La quotazione in Borsa di Avio è una buona notizia, ci consentirà di competere sul mercato anche con investimenti privati" ha detto il Ceo di Avio, Giulio Ranzo. Il gioco della competizione , ha riferito, "si basa prima sul prezzo e l'affidabilità, quindi sull'accuratezza con cui si posizionano in orbita i satelliti: Google ha scelto noi, e non un razzo Usa, per portare nello spazio i suoi mini satelliti SkySat". Con i satelliti, ha rivelato l'ad di Avio, "abbiamo anche scoperto che la Cina sta costruendo piccole fabbriche sui reef e alcuni atolli" e "lo stesso sta facendo il Vietnam".

Insomma, davvero praterie tutte da conquistare. E l'Italia dello spazio si sta muovendo. "La Space Economy italiana è avviata, sostenuta dall'impegno del Mise, del Miur, di Asi e della Cabina di regia di Palazzo Chigi" ha assicurato il Ceo di Telespazio, Luigi Pasquali, direttore del settore Spazio del colosso aerospaziale Leonardo. La Cabina di regia di Palazzo Chigi, ha assicurato il coordinatore Paolo Puri, "ha colto il segnale che veniva dalle industrie". "Fare sistema? Io ci ho provato e l'ho fatto e la risposta è stata positiva" ha assicurato Puri dell'Autorità nazionale responsabile per il Prs del programma Galileo. Di tempi e velocità di azione ha infine parlato il Ceo di Thales Alenia Space Italia, Donato Amoroso: "Rispetto ai visionari come Musk e Branson che rompono gli schemi, abbiamo una certa inerzia". "La competizione si sta allargando, dobbiamo avere una visione di prospettiva" e, ha tagliato corto, "accelerare".

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