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Almaviva, al via ricollocamento per 1.600 lavoratori

16 febbraio 2017 | 17.23
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Via al piano del governo per ricollocare i 1.666 lavoratori del call center Almaviva di Roma licenziati al termine di una drammatica trattativa nei mesi scorsi: il governo infatti metterà in campo circa 8 milioni di euro per cercare di ricollocare tutti i lavoratori. L'intervento è complesso e prevede tre diversi strumenti di incentivazione per una somma da investire su ogni lavoratore licenziato fino a 15mila euro: alle società che formeranno il lavoratore andranno fino a 2mila euro; alle società di collocamento ma solo nel caso di esito positivo del percorso, un assegno di ricollocazione fino a 5mila euro ; e alle aziende che assumeranno lo stesso lavoratore, rigorosamente con contratto a tempo indeterminato, fino a 8mila euro. I disoccupati, invece, continueranno ad usufruire, per tutto il percorso di ricerca di lavoro, della Naspi.

Il masterplan arriva dall'azione congiunta del Ministero del Lavoro, Ministero dello sviluppo economico, della Regione Lazio e dell'Anpal, oggi al suo debutto sulle politiche attive, che monitoreranno l'intervento. In campo, in alternativa, anche incentivi per l'autoimpego, fino a 18mila euro a lavoratore, 15mila sul capitale e 3mila per il percorso di accompagnamento all'autoimprenditorialità, oltre a risorse per la ricollocazione degli over 60, fino a 10mila euro a testa per l'accompagno verso un lavoro di pubblica utilità.

Sarà il governo, ma solo in questo caso, a farsi carico del peso dell'assegno di ricollocazione, 8 milioni di euro appunto, anticipando le risorse che il fondo europeo Feg rimborserà in un secondo tempo. "Un fondo pienamente capiente per tutti", garantiscono a più riprese sia il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che il collega del Mise, Carlo Calenda che oggi hanno presentato l'iniziativa. Anche il presidente di Anpal, la nuova agenzia sulle politiche attive, guidata da Maurizio Del Conte, rassicura: "lo stanziamento complessivo coprirà tutto", dice. Le restanti risorse invece le impegnerà, sempre su fondi europei, la Regione Lazio. "Apriremo 5 sportelli dedicati ai lavoratori coinvolti nella vertenza Almaviva. Il meccanismo è complesso ma abbiamo messo in campo strumenti per non lasciare sole le persone", commenta il governatore, Nicola Zingaretti.

Dal 6 marzo prossimo dunque per i 1666 lavoratori che beneficeranno, per tutto il percorso di ricerca del lavoro, della Naspi, potrebbe aprirsi una prospettiva di impiego. L'accesso ai programmi disegnati dal governo sarà comunque del tutto volontario ma nel caso l'appuntamento è già stato fissato per il 6 marzo prossimo per una prima panoramica sulle possibilità di impiego e di impegno. Dal 9 al 16 aprile invece, secondo il ruolino di marcia messo a punto dal governo, inizieranno i colloqui individuali.

I lavoratori saranno poi formati e quindi indirizzati "in base alla domanda che emergerà dal territorio" verso impieghi in linea con la loro preparazione. La proposta di lavoro che gli sarà girata dovrà perciò essere "congrua" e in linea con le competenze e il salario dell'esperienza precedente. Se il lavoratore però rifiuterà l'occupazione propostagli perderà il diritto all'indennità di disoccupazione. Debuttano dunque con oggi le politiche attive, fiore all'occhiello del governo Renzi ma mai effettivamente decollate sopratutto dopo il no al referendum costituzionale che ne ha impedito l'accentramento nelle mani dell'esecutivo con cui affiancare agli ammortizzatori sociali interventi per il ripristino dell'occupabilità del lavoratore.

"E' una iniziativa impegnativa", prosegue Poletti. Che tornando all'epilogo con cui si è chiusa la vertenza per i lavoratori di Almaviva a Roma ribadisce: "le istituzioni in tutta la vicenda hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per evitare l'epitaffio finale. L'esito non è stato quello che avremmo voluto e non resta altra strada che non le politiche attive. E' questo il migliore utilizzo possibile dei lavoratori con gli strumenti che abbiamo per migliorare la loro situazione".

E' invece il ministro Calenda a ricordare l'impegno del governo sui call center a cominciare dagli interventi inseriti nella Legge di Stabilità. "Con le norme anti-dumping sul costo del lavoro, che abbiamo inserito, abbiamo elevato in un solo mese più o meno lo stesso numero di sanzioni che sono state comminate in tutto il 2016", dice ricordando anche la 'moral suasion' che l'esecutivo sta mettendo in campo nei confronti di tutte le aziende di call center perché le gare di appalto non si giochino sul costo del lavoro minimo ma su quello medio. Un pressing che ha avuto, fin'ora, 12 risposte positive. "L'obiettivo è arrivare a 15 committenti ma 12 sono già qualcosa", conclude Calenda.

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