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Lavoro, un italiano su tre lo sogna in Germania ma teme la lingua

19 febbraio 2017 | 13.20
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Il lavoro dei sogni? Per un italiano su tre è in Germania, ma il problema è la lingua. E' quanto emerge da una ricerca di Adp dal titolo 'La forza del lavoro in Europa 2017'. Coloro che hanno minori opportunità di impiego o di carriera nei loro Paesi di origine sono più propensi a prendere in considerazione di trasferirsi all’estero e tra i lavoratori più interessati a quest’opzione vi sono proprio gli italiani, seguiti da polacchi e spagnoli.

Per contro, i lavoratori nel Regno Unito e in Francia sono quelli che meno probabilmente prenderebbero in considerazione un trasferimento e quasi metà dei lavoratori dichiara di non essere interessata a un'opportunità di lavoro all’estero.

I lavoratori maggiormente disposti a lavorare all'estero, vale a dire quelli in Polonia, Spagna e Italia, sono anche quelli che affermano che migliorare le loro competenze linguistiche è importante, il che lascia pensare che siano motivati dal desidero di cercare opportunità di lavoro a livello internazionale. La lingua è chiaramente un fattore determinante e molti lavoratori privilegiano paesi aventi una lingua in comune. La Svizzera è tra le destinazioni preferite dei lavoratori tedeschi, francesi e italiani, l'Austria il paese preferito dai tedeschi, mentre Germania e Francia sono i paesi preferiti dagli svizzeri.

Tra gli italiani, infatti, alla domanda 'per che tipo di competenze e formazione senti di necessitare di aiuto?', il 29,1% ha risposto linguistiche, il 24,4% vorrebbe aumentare le proprie competenze nell’It, il 23,5% nell'utilizzo di nuovi dispositivi e tecnologie.

"In Italia -spiega Nicola Uva, strategy e marketing director di Adp- è forte la voglia di un'esperienza di lavoro all'estero, ma questo non deve per forza essere considerato da un punto di vista negativo. Certo, l'emigrazione dei talenti è data sicuramente in parte dalla mancanza di buone opportunità nel nostro Paese, ma dall’altro lato fa parte di un normale processo di crescita che coinvolge tutta l'Europa".

"E' evidente che l'Europa -fa notare- abbia un interesse per il lavoro internazionale. Con l’attuale guerra dei talenti e delle competenze, è essenziale per le aziende prendere in considerazione tutte le opportunità per accogliere più forza lavoro internazionale".

"Incoraggiare il movimento transnazionale dei talenti, oltre che assumere persone con differenti background, è cruciale per garantire la competitività internazionale. Se le aziende cominciano a considerare i bisogni dei loro dipendenti e dei potenziali talenti, riusciranno a trarre i benefici di una forza lavoro coinvolta, ottimista e impegnata", sottolinea.

In generale, il 74% dei lavoratori europei mostra un forte interesse per il lavoro internazionale. Essendo la maggiore economia in Europa, la Germania è considerato il paese più desiderabile complessivamente per le opportunità di carriera. Uno su cinque dipendenti europei (21%) dichiara che prenderebbe in considerazione un trasferimento in Germania, una percentuale che aumenta tra i lavoratori spagnoli (35%), polacchi (33%) italiani (31%) e olandesi (29%). Al secondo posto tra i più desiderati troviamo il Regno Unito (15%) e la Francia (12%) .

Nonostante il grande interesse espresso in tutte le parti del continente verso il lavoro internazionale, più di un quarto degli impiegati (26%) non prenderebbe mai in considerazione l’idea di lavorare all’estero. Significativamente, c’è una netta differenza di opinioni tra gli uomini e le donne, con rispettivamente il 18% e il 36% che non prenderebbe in considerazione un lavoro all’estero.

I risultati dimostrano, inoltre, una tendenza diffusa tra i giovani lavoratori che sono i più propensi a lavorare all’estero. Un 87% degli intervistati tra i 16 e i 24 anni ha mostrato interesse nel perseguire opportunità di carriera all’estero, a fronte del solo 56% degli over 55.

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