cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 21:06
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Accertamenti

Fisco, stop ai controlli a sorpresa

21 febbraio 2017 | 06.57
LETTURA: 3 minuti

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Accertamenti del fisco con interrogatorio a sorpresa? Le informazioni carpite senza preavviso non potranno essere utilizzate anche qualora si tratti di notizie sensibili e utili al fine dell'accertamento, perché verrebbe violato il principio di buona fede che regola i rapporti fra Stato e cittadino. A spiegarlo è il sito di informazione legale La legge per tutti, che commenta la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia (sentenza 38/2/2017), basata anche su principi espressi in merito ai diritti del contribuente dalla Cassazione.

"Si verifica spesso - spiegano gli esperti - che gli ispettori richiedano informazioni ai contribuenti. Si richiede spesso ad esempio quali siano le percentuali di ricarico nella vendita, o come vengono applicati gli sconti al cliente, o ancora quale sia il quantitativo di materia prima necessaria per la produzione. Quando le risposte vengono verbalizzate, esse poi sono di fatto utilizzate per costruire i ricavi ottenuti da quell'azienda e confrontarli con quanto dichiarato. Con l'effetto che attraverso un interrogatorio - appunto - a sorpresa, si determinano percorsi di accertamento basati su informazioni «carpite» al contribuente".

Se da un lato si tratta di domande assolutamente legittime che il Fisco è comunque autorizzato a fare, dall'altro il problema risiede nelle modalità con le quali le informazioni vengono ottenute e come poi queste informazioni saranno utilizzate: "Perché le informazioni ottenute possano essere usate per l'accertamento - spiega entrando nel dettaglio La legge per tutti - è sempre necessario: il preavviso al contribuente (gli inviti e le richieste devono essere fatti a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento o notificati secondo un'altra modalità rituale); la possibilità di farsi rappresentare da un terzo delegato (che è un diritto del contribuente e non una discrezionalità dell’ufficio)".

Venendo meno queste premesse, l'accertamento e il conseguente utilizzo delle informazioni raccolte risulterebbe quindi non valido. E' bene ricordare inoltre che il contribuente, a fronte delle richieste della Agenzia delle Entrate, ha diritto a fornire delle risposte entro un termine non inferiore a 15 giorni. Qualora anche questa possibilità venisse a mancare, il controllo con il successivo accertamento e procedimento sarebbe da considerarsi senza validità.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza