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Cnel, il vicepresidente: "Autoriforma necessaria, è a costo zero"

27 febbraio 2017 | 15.24
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Cnel, il vicepresidente:

Il Cnel prova a ripartire per tornare ad essere la 'nuova' casa di tutte le forze sociali. E per questo, nonostante il regime di prorogatio e una rappresentanza ai minimi termini (23 consiglieri su 64, fuori i sindacati e Confindustria) ha varato nei giorni scorsi un ddl di autoriforma con cui rimettere la questione nella mani di Governo e Parlamento ai quali chiede in sostanza "un atto di responsabilità".

"Con l'esito del referendum del 4 dicembre il Cnel esiste. Decidano dunque se farlo rinascere o no, se è utile al Paese o meno. Perché lasciarlo nella situazione attuale, senza rimborsi spese né fondi per le attività, è irragionevole. Meglio farlo lavorare che lasciarlo a bagnomaria", dice conversando con l'Adnkronos il vicepresidente del Cnel, Gian Paolo Gualaccini, che rivendica "la piena legittimità ad operare" della Commissione.

"Il Ddl di autoriforma è stato un passo importante. Il risultato referendario assegnava al Cnel la grande responsabilità di dimostrare che poteva tornare ad essere la casa di tutte le forze sociali. E noi ce la siamo presa questa responsabilità cercando di trasformare un apparato regolamentato da una legge dell'86, di trent'anni fa. Ci siamo presi la nostra responsabilità perché il Cnel deve tornare ad essere il luogo del dialogo", prosegue Gualaccini.

Il vicepresidente del Cnel elenca i punti di forza della riforma: e' un ddl "praticamente a costo zero" (dal 2012 ad oggi abbiamo restituito al bilancio dello Stato 37 milioni di lire. Oggi ne costiamo 7. La stessa cifra che la riforma riconosce e conferma per il futuro); è una riforma che prevede la nomina dei consiglieri in maniera "veloce e trasparente" da chiudere in 2 mesi contro i 9 del regime precedente ed affida l'elezione del presidente al Presidente della Repubblica; è un provvedimento che innova le mission, dal parere obbligatorio ma non vincolante su Dpef, Legge di bilancio, nota di aggiornamento al Def, alla certificazione della rappresentanza dei sindacati.

Rimessa in moto anche la macchina 'diplomatica' del Cnel. Obiettivo, quello di spingere sul ddl e ottenere l'incardinamento del provvedimento in una delle due Camere prima di un eventuale crisi di governo.

"Certo, mi rendo conto che il momento politico è critico ma il Parlamento potrebbe almeno incardinare il provvedimento", si augura Gualaccini che a breve avvierà una serie di incontri con i capigruppo parlamentari. Ma non è trascurata la sponda di governo: il Cnel è in attesa di un incontro con il premier Gentiloni mentre a breve è in agenda un incontro con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

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