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Italia lumaca digitale, 25esima nell'Ue

03 marzo 2017 | 13.24
LETTURA: 4 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

L'Italia non solo ha una crescita economica inferiore alla media Ue, ma resta anche, e probabilmente le due cose non sono slegate, una lumaca nell'economia digitale in Europa. Secondo l'indice dell'economia e della società digitali (Desi) della Commissione Europea, un indicatore composto che misura il progresso digitale degli Stati membri analizzando cinque componenti (connettività, capitale umano, uso di Internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali), la Penisola si classifica 25esima su 28, con un punteggio di 0,42, sotto la media Ue che è di 0,52.

Dietro il nostro Paese in Europa ci sono solo la Grecia, la Bulgaria e la Romania. Ci battono, in ordine crescente, la Croazia, la Polonia, Cipro, l'Ungheria, la Slovacchia, la Lettonia, la Repubblica Ceca, la Slovenia, a salire fino ai Paesi più digitali, quelli scandinavi: la prima è la Danimarca, seconda la Finlandia, terza la Svezia, come lo scorso anno. Qualche progresso in Italia è stato fatto rispetto all'anno scorso, quando il punteggio era di 0,38, ma nel frattempo anche gli altri Paesi sono migliorati, e la media Ue è passata da 0,49 a 0,52.

Anche l'anno scorso l'Italia era 25esima. Particolarmente negativa, tra le varie aree, la prestazione dell'Italia nell'uso di Internet: secondo la Commissione Europea, gli utenti italiani del Web sono attivi online molto meno della media Ue; in questa categoria, il Bel Paese arriva penultimo, 27esimo su 28. Tra le varie attività online, gli italiani superano la media europea solo nell'utilizzo di musica, video e giochi, con una quota del 79% (indica la percentuale degli individui che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi), contro una media Ue del 78%.

L'Italia è sotto la media Ue per tutte le altre sottocategorie dell'uso di Internet: notizie (60% contro 70%), video on demand (15% contro 21%), videochiamate (34% contro 39%). Persino nei social network la media Ue è più alta: Italia 60%, Ue 63%. Per non parlare dell'online banking (42% contro 59%) e degli acquisti on line (41% contro 66%).

Il problema dell'Italia è la base di partenza, inferiore a quella degli altri Paesi europei, e la velocità dei progressi che, anziché essere superiore a quella degli altri Stati in modo da consentire di ridurre il divario, è nella media, con il risultato che il differenziale permane. Per quanto riguarda la connettività, le criticità non riguardano la banda larga mobile, dove l'Italia è in linea con la media europea, quanto quella fissa, dove il ritardo è cospicuo, non per la copertura (al 99% a fronte del 98% dell'Ue), ma per l'utilizzo (55% delle famiglie contro il 74%).

Altra area di debolezza, il capitale umano: percentuale di utenti Internet (67% della popolazione italiana contro il 79% dell'Ue), competenze digitali di base (44% della popolazione contro 56%), numero di specialisti Ict, Information and Communications Technology (2,5% della popolazione contro 3,5%) e di laureati in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneria e matematica (14 su mille individui di età compresa tra 20 e 29 anni, contro 19 ogni mille nell'Ue).

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