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Descalzi: "Eni più italiana di 3 anni fa"

08 marzo 2017 | 14.51
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Descalzi:

Dal 2014 al 2017 "è aumentato il retail italiano. La componente italiana nell'azionariato di Eni" che è quindi "più italiana rispetto a tre anni fa". Ad affermarlo è l'ad di Eni, Claudio Descalzi, nel corso della sua audizione in Commissione Industria del Senato.

Dal 2014 al 2017 nell'azionariato di Eni "è rimasto fissa al 30,1% la partecipazione del Mef e di Cdp. Dal 2014 ad oggi è aumentato il retail italiano, la componente italiana in Eni. E' rimasta costante la componente americana, la quota degli investitori europei è scesa". La nota positiva, aggiunge, "è che l'Eni è più italiana di 3 anni fa sia per quanto riguarda la componente istituzionale che retail. C'è crescente fiducia in Eni in Italia".

Da marzo 2014 a gennaio 2017 la quota Cdp - Mef in Eni è rimasta stabile al 30,1%, la quota degli investitori istituzionali è passata dal 12,5% al 12,7%, la quota degli investitori retail è passata dall'8 all'11,8%, la partecipazione degli investitori Us è scesa dal 14,8% al 14,4%, la quota degli investitori europei è passata dal 25% al 22%, la quota investitori Resto del mondo è scesa dal 7,3% al 5,6%.

PRODUZIONE - "Dal 2013 al 2016 la produzione di Eni è cresciuta del 15% passando da 1,6 milioni di barili a 1,850 mln a fine di quest'anno",dice Descalzi, sottolineando che si tratta dell'aumento della produzione "più ampio registrato nell'industria petrolifera". Tra i risultati conseguiti negli ultimi anni, l'ad di Eni sottolinea i buoni risultati registrati sia nella raffinazione che nella chimica. "Per 12 anni nel settore della raffinazione eravamo in perdita e ora registriamo un ebit positivo. Oggi abbiamo raggiunto il breakeven. Nel 2013 producevamo ad un costo di 8 dollari al barile ma vendevamo a 2-3 dollari. Oggi abbiamo abbassato il breakeven portandolo a 4,2 dollari nel 2016 e puntiamo a farlo arrivare a 3 dollari nel 2018".

Nella chimica, rileva ancora Descazi, "veniamo da 20 anni di perdite e di perdite, pari a 3,5 miliardi di euro, estremamente importanti. Negli ultimi 2 anni abbiamo effettuato un lavoro molto importante e radicale e abbiamo registrato un risultativo positivo con un ebit costante intorno a 300 milioni di euro". Anche sul tema dei "costi generali amministrativi della società" sono stati fatti importanti progressi. "Il costo per gestire la macchina in Italia si attestava ad oltre 2,1 mld di euro l'anno. Eravamo abbastanza rigidi e con una crescita leggera negli ultimi 10 anni. Con un'azione forte e vigorosa abbiamo portati i costi a 1,3 mld".

INVESTIMENTI - Sul fronte degli investimenti, aggiunge Descalzi, "avevamo una neutralità di cassa nel 2013 a 127 dollari e allora avevamo una quotazione del greggio a 110 dollari al barile. Con un prezzo sceso a 40-50 dollari intervenire era la cosa più importante da fare. Quest'anno abbiamo raggiunto il risultato più basso dell'industria e abbiamo portato la neutralità di cassa a 46 dollari da 127 dollari. Riusciamo a coprire tutti i nostri investimenti", sottolinea l'ad di Eni.

Un altro "risultato estremamente importante", rileva Descalzi, "è quello di essere riuscito, con un prezzo del petrolio basso, a ridurre il nostro debito mentre i nostri competitor hanno aumentato i loro debiti del 20-25-30%".

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