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Stretta sui voucher: le tre ipotesi in campo

08 marzo 2017 | 10.23
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Stretta sui voucher: le tre ipotesi in campo

a cura della redazione web

Arriva oggi in Commissione lavoro alla Camera la proposta di legge che tenta di regolamentare il lavoro occasionale tramite l'utilizzo dei voucher, i buoni lavoro utilizzati per il pagamento delle prestazioni lavorative 'accessorie' da tempo al centro di un acceso dibattito. Il governo sta andando verso un drastico ridimensionamento nell'uso dei voucher e sta studiando un ventaglio di opzioni, tra le quali un allentamento dei vincoli del contratto di lavoro a chiamata.

Una risposta, quella governativa, che servirebbe non solo a risolvere un nodo politico rilevante ma anche a disinnescare il referendum proposto dalla Cgil, intenzionata a eliminare i voucher in quanto "diventati una forma di precariato fortissima". Al momento ci sono almeno tre ipotesi sul tavolo, tutte fortemente limitative rispetto alle disposizioni attuali:

1) Primo, limitarne l'uso alle famiglie e alle imprese che non hanno dipendenti (artigiani, ecc..). Proposta sostenuta anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti. "Fermo restando che i governi Renzi e Gentiloni non hanno fatto nulla per ampliare e agevolare i voucher", ha affermato Poletti, "io credo che vadano modificati lasciandoli tendenzialmente per le famiglie, per i piccoli lavori. Le imprese hanno già i contratti di lavoro".

2) Secondo, ridurre fortemente l'uso dei voucher ma allentare i vincoli del lavoro a chiamata, possibilmente estendendolo a tutte le fasce di età e abolendo il divieto per i lavoratori di età compresa tra i 25 anni e i 50 anni. Abbattere questo vincolo potrebbe infatti essere un compromesso ragionevole che eviterebbe gli abusi dei voucher, visto che si tratta di un contratto di lavoro normale (ma con la caratteristica della precarietà) che avrà quindi costi più alti per le imprese ma anche un migliore impatto sul reddito del lavoratore.

3) Terza opzione, il ritorno alla Legge Biagi come prevede la proposta di legge avanzata nel febbraio 2016 da Cesare Damiano, presidente Pd della commissione Lavoro e Patrizia Maestri, relatrice Pd del testo unificato. Tale proposta prevede l'uso dei voucher per il lavoro occasionale, dunque solo alle famiglie per pagare lavori domestici come giardinaggio e babbysitting, eseguiti da persone senza un'occupazione.

Quanto alle imprese, si dovrà valutare se escluderle del tutto o se lasciare la possibilità a quelle individuali o al massimo con un dipendente. Altre eccezioni: i voucher potranno essere utilizzati in agricoltura esclusivamente per pagare pensionati e studenti e dalla pubblica amministrazione solo per la gestione di manifestazioni caritatevoli o eventi di emergenza.

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