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Usa: De Castro, guerra dazi senza senso, Ttip è soluzione

30 marzo 2017 | 17.52
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Paolo De Castro (Fotogramma)
Paolo De Castro (Fotogramma)

La soluzione alle preoccupazioni degli Usa sulle esportazioni di carni verso l'Ue faceva parte dei negoziati per creare la Transatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip), ora congelati "per volontà americana" e non dell'Unione Europea. Quindi, se Donald Trump vuole trovare una soluzione, dovrebbe "riaprire il negoziato" e discutere con la Ue, visto che una guerra commerciale "non avrebbe senso" e danneggerebbe tutti, poiché tra le due sponde dell'Atlantico passa "un terzo" del commercio mondiale. Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura e membro della delegazione per le relazioni Ue-Usa del Parlamento Europeo, conosce bene la vicenda riportata alla ribalta dal Wall Street Journal, che ventila la possibilità che Washington possa imporre alti dazi su una serie di prodotti 'iconici' europei, come la Vespa italiana e il formaggio Roquefort francese, come rappresaglia per il mancato funzionamento, agli occhi degli Usa, del memorandum di intesa siglato nel 2009 che fece seguito alla 'guerra' sulla carne derivante da animali trattati con ormoni, che l'Ue, legalmente, non importa. 

Il contenzioso sulla carne agli ormoni "su cui gli americani si sentono ingiustamente colpiti - spiega De Castro all'Adnkronos - in realtà era già stato vinto alla Wto da parte dell'Ue. Per cui noi oggi possiamo legalmente dire 'no' alla carne agli ormoni, dopo avere vinto un arbitrato in sede Wto". Poi, le preoccupazioni di Washington sono "legittime" e "ce ne eravamo occupati, perché gli Usa non sono riusciti a godere di quel contingente che l'Europa aveva dato loro, di carne di alta qualità".

Problema su quota Hilton carne esiste, discutiamone

Ciò è accaduto perché, prosegue De Castro, "il sistema con cui era stato attribuito agli Usa" quel contingente "in realtà alla fine ha favorito altri Paesi, come Brasile e Australia". Quindi gli Usa "hanno visto ridurre, anziché aumentare, quel poco di carne che esportano nell'Ue: la quantità è limitata ad un contingente di alta qualità, la cosiddetta quota Hilton, che è una frazione veramente minima delle importazioni europee". 

Ciò detto, continua l'ex ministro dell'Agricoltura, "è evidente che la soluzione a queste controversie era il Ttip, il negoziato transatlantico: lì volevamo conciliare da una parte le richieste europee, con le protezioni geografiche, le protezioni sanitarie, e dall'altra parte la richiesta Usa di un contingente di carne. Ora, quell'accordo è stato congelato da parte degli americani, non da parte nostra". 

Pertanto, aggiunge De Castro, "se Donald Trump vuole risolvere i problemi, dobbiamo riaprire il negoziato e discuterne da amici e da partner. Non dimentichiamo che tra Usa ed Europa passa un terzo del commercio mondiale: credo sia abbastanza curioso questo atteggiamento dell'amministrazione Trump, visto che l'interscambio Usa-Ue ogni giorno dell'anno vede 2 mld tra import ed export tra le due parti". Si tratta di "una dimensione enorme e non credo che una guerra di dazi serva né agli Usa né all'Ue".

Incerte relazioni con Ue, non c'è ancora ambasciatore

Contribuisce a questo clima il fatto che l'amministrazione Trump ancora non ha nominato rappresentanti chiave, come il rappresentante Usa per il commercio: "Certo che influisce la mancata nomina dello Us Trade Representative - osserva De Castro - siamo in uno stato di totale incertezza. Non abbiamo ancora, a Bruxelles, un ambasciatore americano alla missione degli Usa: abbiamo un facente funzione". Il fatto è che, continua, "le relazioni Usa-Europa si sono di fatto interrotte e non c'è altro se non queste dichiarazioni, che speriamo rimangano tali, di minacce di dazi ai prodotti europei da parte americana". 

L'europarlamentare ricorda che "noi potremmo fare altrettanto: importiamo il 90% della soia dagli Usa e dal Sudamerica. Importiamo mais dagli Usa e tantissimi altri prodotti. Una guerra commerciale non avrebbe senso: il problema esiste e ne avevamo anche discusso anche sotto l'amministrazione Obama". Il meccanismo del contingente europeo "non ha funzionato, ha creato un problema negli Usa. Ne stavamo discutendo in sede di Ttip, che è fermo a causa loro, non a causa nostra". Tuttavia "la minaccia di dazi è incomprensibile e foriera di ulteriori problemi, perché non credo che, se davvero dovessero introdurre dazi al 100% su questo pacchetto di prodotti europei, noi non dovremmo fare poi altrettanto". 

"E' un ping pong - conclude De Castro - che rischia solo di diventare pericoloso, per le aziende americane e per le aziende europee. Credo che la soluzione sia ripartire, discutere e vedere come rivedere quel meccanismo che non ha funzionato. Sul tema degli ormoni abbiamo una regolamentazione europea: non c'è alcuna possibilità di importare carne americana agli ormoni. Se invece parliamo di carne di alta qualità, parliamone, troviamo una soluzione e - conclude - vediamo di venire incontro, bilateralmente, anche alle richieste europee". 

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