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Appalti: denuncia pmi, centralizzazione acquisti penalizza concorrenza

20 aprile 2017 | 18.02
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Appalti: denuncia pmi, centralizzazione acquisti penalizza concorrenza

Le pmi soffrono una crescente difficoltà a prendere parte alle procedure di gara ad evidenza pubblica, a causa della progressiva centralizzazione degli acquisiti e del crescente valore degli appalti, con richiesta di requisiti di fatturato sproporzionati rispetto alle esigenze di massima apertura del mercato pubblico propugnate dall'Unione Europea. Il tema è stato affrontato nel corso della tavola rotonda "Mercato pubblico, centralizzazione e tutela della concorrenza", organizzata alla Confcommercio dalla Fnip, Federazione Nazionale delle Imprese di Pulizia, servizi e multiservizi. e da As.F.O. Sanità che rappresenta le aziende Pmi fornitrici di Beni e Servizi presso il comparto della Sanità pubblica, accreditata e privata.

Una situazione in larga parte dovuta alle varie leggi di Stabilità e di contenimento della spesa pubblica che si sono succedute nel tempo, soprattutto dal 2007 in poi, che, in attuazione di una erronea politica di centralizzazione della spesa per l'acquisto di beni e servizi, hanno comportato un fenomeno di aggregazione della domanda, che spesso prescinde da una doverosa analisi degli effetti che ne conseguono sulla struttura del mercato.

La politica della centralizzazione, così come attuata in Italia, non è dunque in linea con le esigenze di tutela della concorrenza, secondo quanto riferiscono i rappresentanti del settore. Tutela della concorrenza indicata come priorità assoluta dall'Unione Europea, dapprima con lo Small Business Act (del 3 marzo 2010, recepito in Italia con lo Statuto delle imprese) e oggi, a seguito del recepimento delle nuove direttive europee, in modo chiaro dal codice degli appalti pubblici e delle concessioni.

Nel corso del convegno sono state affrontate le ricadute sociali ed economiche, l'apertura o meno del mercato ad una incondizionata concorrenza e l'effettività di un risparmio per la Pa.

"La non corretta applicazione della disciplina vigente e le storture che ne derivano nei mercati di riferimento sono state per di più confermate sia dall'Autorità per la Concorrenza e il Mercato, che ha accertato l'esistenza di accordi collusivi tra i più grandi player del mercato nell'ambito della partecipazione alle grandi gare Consip, che dal giudice amministrativo, che ha di recente annullato un'importante gara di servizi indetta dalla medesima Consip, proprio per gli effetti restrittivi che avrebbe generato" ha sottolineato la FNIP.

Tra le maggiori criticità evidenziate della disciplina vigente le associazioni di settore segnalano il fatto che il volume delle gare pubbliche risente dell’andamento delle gare di maggiore dimensione. Inoltre, "il risparmio dichiarato in questi ultimi mesi dalle Centrali di committenza, in primis Consip, che deriverebbe da questa concentrazione delle gare è, a nostro giudizio, vero solo sulla carta" sottolinea la Fnip oltre alla "inesistenza di criteri legislativi stringenti, utili ad una maggiore perimetrazione della scelta, rimessa dalla legge ad un Decreto del Presidente del Consiglio, degli appalti di beni e servizi per i quali è obbligatorio l'acquisto attraverso i soggetti aggregatori".

Ma non è tutto, le imprese rilevano anche la mancanza di attribuzione ad un organo del Tavolo tecnico dei soggetti aggregatori del compito di emanare le linee guida sulle best practices, per una corretta suddivisione in lotti, utile ad una maggiore apertura del mercato pubblico in favore delle PMI. Anche la necessità di verificare la possibilità che i soggetti aggregatori operino su base regionale per la creazione di benchmark di riferimento per categorie di prodotti omogenei e di servizi alla P.A.

Tra le richieste avanzate quella di "recepire e valorizzare il ruolo delle Associazioni di categoria affinché per le stesse sia prevista l’audizione da parte delle S.A. o la partecipazione alla fase preliminare della stesura degli atti di gara, al fine di offrire non solo un 'apporto tecnico' utile alla redazione dei capitolati speciali ma anche una panoramica sulla composizione del mercato".

Infine i rappresentanti del settore chiedono "la possibilità di procedura di gara in ambito sanitario attraverso Centrali regionali, in luogo di procedure di livello nazionale se non per non per prodotti di largo consumo non specialistici".

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