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Alitalia: Linate 'fa gola', slot vero asset per cessione

18 maggio 2017 | 16.16
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AEREOPORTO DI LINATE -  - FOTOGRAMMA
AEREOPORTO DI LINATE - - FOTOGRAMMA

Linate, dove Alitalia ha una quota di mercato del 57%, non teme il possibile ridimensionamento della compagnia di bandiera e, anzi, potrebbe perfino guadagnarci, insieme a tutto il sistema aeroportuale milanese gestito dalla Sea. Secondo quanto si è appreso ci sarebbe una vera e propria "fila" di compagnie aeree concorrenti pronte a prendersi gli slot lasciati liberi da un'Alitalia eventualmente costretta dalla ristrutturazione a ridurre la sua operatività. Non solo le low cost europee - in pole c'è Ryanair - ma anche vettori tradizionali e già presenti a Linate come Lufthansa, Meridiana, Air France e Iberia.

L'asset che vale oro per Alitalia sono proprio gli slot, i diritti di atterraggio e di decollo in determinati orari con il diritto di utilizzo dell'infrastruttura aeroportuale. "E' l'unica vera dote con cui si può sperare di venderla", afferma all'Adnkronos l'economista Marco Ponti, uno dei massimi esperti di economia dei trasporti. Se gli slot non vengono sfruttati appieno da una compagnia, almeno all'80%, questa è obbligata a cederli ad altri operatori che ne fanno richiesta e loro assegnazione è stata affidata da vent'anni ad Assoclearance.

"Se ci sarà un calo di traffico, e ancora non è certo, può essere che l'aeroporto ne sia danneggiato, ma se arriva una compagnia più brava e aggressiva, capace di conquistarsi il mercato, lo scalo - sottolinea Ponti - ci può pure guadagnare", e così l'indotto. "Io sono moderatamente ottimista che lo shock sarà breve". E' dello stesso avviso anche Ugo Arrigo, docente di Economia Pubblica all'Università Bicocca: "Linate - dice - è attraente, gli slot di Alitalia sarebbero facilmente riassegnati: sicuramente una compagnia più efficiente farebbe bene al city airport, che in questi anni non è cresciuto in termini di passeggeri perché risentiva del vettore che non cresceva".

Un discorso diverso merita Fiumicino, l'hub di Alitalia ma anche il primo aeroporto italiano per passeggeri in transito: qui la compagnia di bandiera pesa per circa il 42% del traffico, secondo il bilancio 2016 di Adr. "Il ruolo di hub non è facilmente sostituibile. Io vedo più rischi e qualche anno di difficoltà in più per Fiumicino piuttosto che per Linate,", sostiene Ponti.

L'incertezza dei prossimi mesi è messa nero su bianco sul bilancio 2016 di Sea, che si mantiene ottimista sulla capacità della società che gestisce lo scalo di gestire eventuali contraccolpi: "L'annunciato piano di ristrutturazione di Alitalia potrebbe comportare una riduzione dei voli sugli scali su cui opera il gruppo".

Ciononostante, la società controllata per il 54% dal Comune di Milano "ritiene di poter far fronte al rischio della diminuzione o interruzione dei voli, anche in considerazione della redistribuzione del traffico passeggeri tra le compagnie aeree operanti sul mercato e della capacità di attrarre nuovi vettori. L’eventuale ridistribuzione del traffico potrà richiedere un certo periodo di tempo, influenzando temporaneamente i risultati".

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